venerdì 17 giugno 2022
Crescono i timori per una rete di fiancheggiatori del Cremlino diffusa nel Paese. A Ochakiv la gente sa che gli incursori potrebbero arrivare e trovare appoggio E nella notte nuovi attacchi su Odessa
Studenti di Cherniv tra i rottami dei blindati distrutti e i palazzi della periferia devastati dalle bombe russe

Studenti di Cherniv tra i rottami dei blindati distrutti e i palazzi della periferia devastati dalle bombe russe - Reuters

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Il silenzio dei sabotatori non lascia tranquilli. I servizi di intelligence ucraini temono che l’euforia estiva nell’area di Odessa possa venire interrotta dalle cellule moscovite tenute in sonno. E dai colpi sparati dal mare che ieri, dopo le 23, hanno fatto scattare un nuovo allarme: almeno una dozzina le esplosioni udite. Timori espressi anche agli ispettori Onu e agli investigatori della Corte penale dell’Aja, arrivati nella regione portuale per accelerare le indagini dopo che il Cremlino aveva infiltrato un agente segreto del Gru (l’intelligence russa) proprio nel quartier generale del Tribunale internazionale. Sergey Vladimirovich Cherkasov era riuscito, con una falsa identità e un passaporto brasiliano, a farsi ammettere come tirocinante dalla Corte internazionale che sta indagando sulle accuse di crimini di guerra in Ucraina.

L’introduzione negli uffici del tribunale era avvenuta ad aprile, nel pieno delle inchieste sul conflitto in Ucraina. Come hanno confermato diverse fonti ad Avvenire, il procuratore Khan potrebbe adesso utilizzare lo strumento dell’iscrizione sotto segreto nel registro degli indagati dei presunti responsabili delle violazioni. Una procedura che dopo il sabotaggio tentato dai servizi segreti russi potrebbe subire un’accelerazione. «Si è trattata di un’operazione pluriennale e a lungo termine del Gru – hanno spiegato i servizi di intelligence olandesi – che è costata molto tempo, energie e denaro». Erik Akerboom, capo degli 007 dell’Aja, ha spiegato che Cherkasov si era presentato come Viktor Muller Ferreira, residente a Brasilia. In effetti nella città brasiliana risultava conosciuto e le sue referenze affidabili. Segno che l’operazione di infiltrazione era preparata da molto tempo. Aveva perfino indicato un club dove ascoltava musica elettronica e il suo ristorante preferito.

Luoghi che sono risultati di sua frequentazione abituale. I Paesi Bassi hanno espulso più di 20 russi accusati di spionaggio negli ultimi anni. Tra questi ci sono quattro persone accusate nel 2018 di aver hackerato l’Organizzazione per la proibizione delle sostanze chimiche, due agenti accusati di spionaggio nel settore delle imprese e dell’alta tecnologia nel 2020, e 17 sospetti operatori accreditati come diplomatici ma scoperti a compiere operazioni sotto copertura. La risposta di Mosca era arrivata con l’espulsione di 15 diplomatici olandesi. Tra gli aggiornamenti raccolti dagli investigatori, vi sono quelli riguardanti la regione settentrionale di Cherniv. Dall’inizio dell’invasione, 478 civili sono stati uccisi e 692 feriti: 334 uomini, 122 donne e 22 bambini. I dati sono stati forniti dalla Procura regionale. La maggior parte dei civili è morta a causa dei bombardamenti di artiglieria e degli attacchi aerei su insediamenti residenziali.

Alcuni sono stati colpiti mentre si trovavano in automobile. Solo in quella zona sono stati avviati 1.263 procedimenti penali per crimini di guerra: 22 soldati russi sono stati formalmente accusati e uno incriminato. La preoccupa- zione per l’aggravarsi della crisi umanitaria ha fatto arrivare a Odessa i funzionari di diverse agenzie delle Nazioni Unite. Hanno raggiunto la città della Scalinata Potemkin con una colonna di massicci fuoristrada. Stanno studiando varie ipotesi per lo sminamento del porto, che però l’amministrazione cittadina e il governatore militare al momento non vedono come fattibile. Secondo gli esperti che stanno mappando l’area, ci vorrebbero due settimane per aprire un primo varco, ma qualche mese per mettere davvero al sicuro la baia. Intanto è stata annunciata l’apertura di un quartier generale umanitario gestito dalle Nazioni Unite. Nell’ultima settimana, solo nel distretto di Odessa ci sono stati tre arresti per “sedizione”.

All’apparenza si tratta di residenti di origine russa sorpresi a trafficare con profili social fasulli alimentando la propaganda di Putin. Ma non è da escludere che si tratti di una rete capillare e professionale. La presenza di fiancheggiatori dell’invasione non è solo un’evenienza. A Ochakiv, dove dalla spiaggia si vedono le coste della Crimea, la gente sa che gli incursori russi potrebbero arrivare anche su questo fianco con mezzi da sbarco, e a quel punto sarebbe facile, per loro, trovare appoggio. Alcuni capannoni nel mezzo della campagna che degrada sulla costa sono fin troppo sorvegliati per custodire solo le macchine agricole.

Pochi tornanti fuori dalle spiagge dove il volume della musica viene abbassato solo quando suonano le sirene, lo spartito cambia, e anche il panorama. Colpi di artiglieria e posti di blocco avvertono che la guerra non può essere derubricata al solo Donbass. Tra Kherson e Mykolaiv si combatte una doppia guerra: per l’acqua e per guadagnare un accesso verso il principale porto ucraino del Mar Nero. I russi hanno conquistato le vie d’accesso alla Crimea ma non ne han- no ancora il definitivo controllo, e la controffensiva ucraina sta prendendo le misure alle forze di Mosca.

La diga di Khakovka è insieme un impianto idroelettrico e il rubinetto per l’acqua dolce diretta in Crimea. Negli otto anni di annessione, Mosca non ha costruito nella penisola un solo dissalatore. Oggi la diga è fuori controllo, e le forze di Kiev si preparano a un nuovo assalto. Denis Pushilin, capo dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, in un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa russa Ria Novosti ha affermato che «tutte le città russe» in Ucraina, compresa Odessa, devono essere «occupate dalle forze filorusse ». Nella notte la conferma, con i nuovi attacchi sulla città limitati dalla risposta della nuova contraerea fornita dai Paesi Nato.

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