giovedì 6 aprile 2017
Dopo l'opposizione russa alla risoluzione del Consiglio di sicurezza. Le vittime del bombardamento salgono a 86, i bambini sono 30. Il giallo del cloro: gli Usa negano il suo uso, Ankara lo conferma
Dopo l'attacco chimico il Pentagono presenta le opzioni militari a Trump
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Il bombardamento chimico a Khan Sheikun provoca una escalation di toni: gli Stati Uniti, dopo aver incassato il no russo ala risoluzione di condanna dell'Onu, non escludono una risposta militare in Siria. La Cnn cita una fonte militare secondo la quale Trump ne avrebbe parlato con alcuni membri del Congresso e con il ministro della Difesa. Tra le ipotesi plausibili, quella di bombardare il restante arsenale di armi chimiche di Assad, che in teoria Damasco avrebbe ceduto nel 2013 per scongiurare i raid aerei minacciati da Barack Obama.

Inoltre il Pentagono ha presentato le opzioni militari per la Siria alla Casa Bianca. Lo afferma un esponente dell'amministrazione Usa.

Oltrettutto gli Stati Uniti avrebbero le prove che a scatenare l'attacco chimico del 4 aprile scorso è stata l'aviazione di Bashar Assad. Un aereo siriano, riferisce il sito della Nbc, è stato visto sui radar militari americani mentre lanciava "le armi chimiche" sui civili. Subito dopo è stata osservata tra la popolazione una reazione "compatibile con quella scatenata da un agente nervino. Il video è visionabile sul sito. I militari Usa affermano di avere visto sul radar l'aereo che ha sganciato le bombe tossiche sul villaggio di Khan Sheikhoun, nella provincia di Idlib: lo riporta la Nbc citando fonti del Pentagono che parlano della combinazione di due agenti chimici, escludendo però il cloro.

Quest'ultima affermazione però non collima con quanto affermato dalla Turchia. Infatti durante le autopsie, che sono state filmate, sono stati prelevati diversi campioni per ulteriori esami da parte degli esperti turchi e internazionali. Secondo un rapporto preliminare del team di scienziati inviati da Ankara alla frontiera con la Siria per assistere i feriti, almeno uno degli agenti usati nell'attacco sarebbe gas cloro. I risultati, frutto di test effettuati su una trentina di feriti, sono già stati inviati ieri al Consiglio di sicurezza dell'Onu.

La conferma dalle autopsie: uccisi da armi chimiche

«Uccisi da armi chimiche». È la risposta che arriva dalle autopsie condotte in Turchia su tre delle vittime dell'attacco di martedì scorso nella provincia siriana settentrionale di Idlib. Si tratta di persone decedute poco dopo il ricovero in ospedale oltreconfine. A riferirlo sono media ufficiali turchi, che citano il ministro della Giustizia Bekir Bozdag. I media aggiungono che gli esami autoptici sono stati eseguiti nella provincia di Adana alla presenza di esperti dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms).


Trump: i prossimi passi? Vedrete

La tensione internazionale mercoledì è tornata alta, dopo l'attacco in Siria. Nonostante le difficoltà nella ricostruzione di quanto effettivamente accaduto a Khan Sheikun, il presidente americano Trump ha annunciato un drammatico cambio di rotta: "Le terribili azioni del regime di Assad sono inaccettabili e non saranno più tollerate", ha detto alla Casa Bianca. "I prossimi passi? Vedrete. Quando con i gas vengono uccisi bambini, persino neonati, per me sono sono state superate diverse linee, siamo ben oltre la linea rossa".

Ecco allora il cambio di rotta annunciato dal presidente americano, che potrebbe drasticamente cambiare le dinamiche della guerra civile siriana e della lotta allo Stato islamico: "Quello che ho visto martedì ha avuto un grande impatto su di me e ha cambiato il mio atteggiamento verso la Siria e Assad". "Ora la responsabilità è mia", ha tagliato corto il presidente. Cosa questo voglia dire lo ha spiegato l'ambasciatrice alle Nazioni Unite Nikki Haley: "Quando l'Onu non riesce a portare avanti il suo dovere di agire collettivamente, ci sono momenti in cui gli Stati sono costretti ad agire per conto proprio".


Mosca respinge la richiesta Onu di condanna: notizie false

Battaglia al Consiglio di Sicurezza, riunito mercoledì a New York d'urgenza per discutere dell'attacco chimico avvenuto martedì nella città di Khan Sheikhun, con oltre 80 morti e centinaia di feriti. Com'era prevedibile, la Russia ha respinto la proposta di emettere una risoluzione di condanna dell'uso di gas, rivolta in particolare al regime siriano di al-Assad. Non ce n'è bisogno, è la tesi espressa dal vice rappresentante russo all'Onu durante la riunione, perché Mosca "ha condannato l'uso di armi chimiche in ogni circostanza e affermato che gli autori devono essere ritenuti responsabili".

In realtà quel che preme a Mosca, alleata a Damasco nell'offensiva contro i movimenti antigovernativi, è di ribadire che si tratta di una montatura, e che "la campagna anti-Damasco deve essere cestinata nella discarica della storia". "Ogni volta che ci sono progressi nei colloqui politici sulla Siria - ha concluso il rappresentante - avvengono strani incidenti, come l'attacco di ieri".

In Consiglio di sicurezza la richiesta di un'inchiesta sulla strage

In Consiglio di sicurezza, iniziato martedì pomeriggio (orario italiano), Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti hanno presentato una bozza di risoluzione in cui si chiedeva di condurre un'inchiesta completa sulla strage, a cura dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche. L'Occidente sembra puntare il dito contro il regime del presidente Bashar al-Assad. Più prudente, in mancanza di riscontri, il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, che ha genericamente deplorato i crimini di guerra commessi in Siria.

Netta la posizione dell'ambasciatrice americana all'Onu, Nikki Haley, che nel suo discorso al Consiglio di sicurezza ha mostrato le drammatiche foto di alcuni bambini morti. «Quanti altri ne dovranno morire prima che la Russia intervenga? Se davvero ha influenza sulla Siria, dobbiamo vederli mettere fine a questi atti orrendi», ha detto Haley

Gas vietati, già eliminati dagli arsenali siriani

Intanto si cerca di capire quale tipo di gas abbia causato le vittime a Khan Shelkhun. Nell'agosto 2013 oltre 1.300 persone morirono a seguito di un attacco chimico alla periferia di Damasco, a Ghouta: fu la peggiore strage della guerra. Subito dopo ad Assad fu ordinato di smantellare l'arsenale chimico, sotto la supervisione dell'Onu. Una ipotesi formulata dal capo della squadra degli ispettori dell'Onu di allora, Jerry Smith, è che le scorte non siano stati completamente distrutti come previsto all'inizio del 2014 e che i responsabili degli attacchi di martedì abbiano avuto accesso allo stock residuo di gas sarin dell'esercito siriano.

Campioni dei tessuti delle persone decedute o ferite sono stati inviati in Turchia: la cittadina colpita è relativamente vicina al confine e un certo numero di feriti sono stati trasferiti. L'intelligence occidentale - informa The Guardian - attende di poterli esaminare. Medici senza frontiere hanno confermato di aver curato 8 persone con sintomi compatibili con l'esposizione ai gas nervini.


Nuovi raid aerei nel nord-ovest della Siria

Nuovi raid aerei sarebbero stati compiuti mercoledì nel nord-ovest della Siria, nell'area colpita martedì dal presunto attacco chimico. Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), non si hanno ancora bilanci esatti dei nuovi bombardamenti ma salirebbe a 86 il numero delle vittime dei raid compiuti martedì, tra le quali 30 bambini e 20 donne. Ci sarebbero anche numerosi dispersi.


Mosca difende Assad: «Colpito un arsenale chimico dei ribelli»

Mosca smentisce l'ipotesi che il regime di Damasco abbia volutamente eseguito un attacco chimico. In effetti sarebbe controproducente, oggi, che l'esercito di Assad riconquista posizioni. La Russia avanza una ricostruzione che in questo clima confuso, sembra perlomeno plausibile: la città in mano ai ribelli nel nord della Siria sarebbe stata esposta ad agenti tossici provenienti da un arsenale ribelle colpito da un bombardamento aereo siriano. Così il portavoce del ministero della Difesa russo, generale maggiore Igor Konashenkov, ha provato a spiegare quanto accaduto a Khan Sheikhoun. I jet siriani avrebbero quindi avuto come bersaglio depositi di armi e una fabbrica di munizioni nella periferia est della città. Si tratta, secondo il portavoce, di un laboratorio in cui venivano prodotte mine imbottite di sostanze tossiche, «trasferite in Siria da un deposito dei terroristi in Iraq». Konashenkov ha anche detto che armi chimiche simili a quelle usate martedì si erano già viste in mano ai ribelli di al-Nusra ad Aleppo.

Dubbi anche sui video messi in rete da Iblid: il portavoce ha fatto presente che il raid siriano è avvenuto tra le 11.30 e le 12.30 ora locale, e istantaneamente sono comparsi i video delle vittime. «Questi video suscitano la forte impressione di una messinscena - ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova - . Non abbiamo dubbi che tutta questa storia abbia un carattere provocatorio».


Il bilancio dei morti potrebbe aggravarsi perché vi sono anche 160 feriti o intossicati, alcuni dei quali in gravi condizioni. Secondo il sito della tv araba al-Arabiya, che già martedì citava la Direzione sanitaria di Idlib, i morti sarebbero addirittura 100 e i feriti 400. Non si tratterebbe di cloro, come affermato dal sito di notizie vicino all'opposizione Shaam, ma di gas sarin, comunque vietato a livello internazionale.


L'attacco nella città in mano ai ribelli di al-Nusra

L'attacco sarebbe avvenuto nella città ribelle di Khan Sheikhun, nella provincia nord-occidentale di Idlib, in mano ad insorti e qaedisti dell'organizzazione Fatah al Sham (ex Fronte al Nusra).


Ad aggravare la situazione è poi intervenuto un altro bombardamento; un razzo si è schiantato sull'ospedale in cui i medici stavano curando le vittime, distruggendo parte dell'edificio. Lo ha riferito un corrispondente dell'agenzia Afp.

Le forze armate siriane hanno negato qualsiasi coinvolgimento nel presunto attacco chimico. In un comunicato diffuso dall'agenzia di Stato siriana, la Sana, si legge che «il comando dell'esercito nega categoricamente di aver utilizzato armi chimiche o sostanze tossiche a Khan Sheikhun, e sottolinea di non averne mai fatto uso né di volerlo fare in futuro». "È un'accusa falsa, l'opposizione sta cercando di ottenere tramite i media ciò che non è riusciuta a raggiungere sul terreno", ha affermato una fonte delle forze di sicurezza.

Un'indagine congiunta di Nazioni Unite e Osservatorio sulle armi chimiche in precedenza aveva accusato il governo di Damasco di attacchi con gas tossici. Damasco ha ripetutamente negato l'uso di tali armi nella guerra civile.


Sui social network gli attivisti hanno postato immagini drammatiche che mostrano i volontari della Protezione civile, i cosiddetti Caschi bianchì (peraltro accusata da più parte di essere vicino ai ribelli siriani), che soccorrono i feriti stesi a terra lavandoli con i tubi dell'acqua. In un altro video si vedono alcuni bambini morti. Impossibile stabilire la veridicità delle immagini, che hanno fatto il giro del mondo.


Anche la Russia, tramite il ministro della Difesa, nega che gli aerei militari russi abbiano condotto attacchi aerei vicino a Khan Sheihoun.

Il ministro degli Esteri della Francia, Jean-Marc Ayrault, e il suo omologo inglese Johnson hanno chiesto una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. "Condanno questo atto disgustoso", ha detto Ayrault, sottolineando che queste azioni gravi "minacciano la sicurezza internazionale".


Il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, ha definito "orribili" le notizie di un attacco chimico, chiedendo che "i responsabili vengano portati davanti alla giustizia". Anche la Casa Bianca ha condannato l'attacco ma ha aggiunto che non esiste l'opzione di un «cambio di regime» nel Paese, definendo il governo di Assad una «realtà politica».

I presidenti di Turchia e Russia, Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin, hanno discusso in una telefonata del raid aereo. Lo riferiscono fonti presidenziali di Ankara, secondo cui "Erdogan ha detto che un tale attacco disumano è inaccettabile". I due leader hanno inoltre ribadito l'importanza del mantenimento della tregua in Siria e del rafforzamento della cooperazione antiterrorismo.

Su richiesta degli insorti locali filo-Ankara, la Turchia ha inoltre inviato nella zona dell'attacco 30 ambulanze dalla provincia frontaliera di Hatay, secondo quanto riferito dalle autorità locali, citate da Anadolu. Alcuni dei feriti saranno trasportati in ospedali sul territorio turco.

"Immagini sconvolgenti, l'umanità è morta oggi in Siria"; è il commento di Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia. "La comunità internazionale, dopo sei anni di inferno, deve porre fine a questo calvario. Non ci sono figli di Assad e dei ribelli, sono tutti vittime di una guerra che non hanno voluto".

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