mercoledì 19 dicembre 2018
Il presidente ha avviato il ritiro dei 2.000 militari presenti in teatro. Ma il Pentagono frena: così si lascia spazio a Russia, Iran e Turchia e si passa per traditori dei curdi
Trump: «Il Daesh è vinto, ritiriamo i nostri soldati dalla Siria»
COMMENTA E CONDIVIDI

«Abbiamo sconfitto l’Isis in Siria, la mia unica ragione di permanenza lì». Il presidente Usa, con un tweet, ha annunciato il via libera al ritiro dei 2.000 militari americani presenti sul terreno. La portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, ha ufficializzato la svolta, sottolineando che «queste vittorie sull’Isis in Siria non indicano la fine della coalizione globale o della sua campagna» e annunciando che «abbiamo iniziato a riportare i militari statunitensi a casa». Sander ha voluto precisare che gli Stati Uniti restano impegnati a condurre la transizione «alla prossima fase della campagna».

I rischi paventati dal Pentagono

La decisione della Casa Bianca sta incontrando resistenze al Pentagono. Gli esperti della Difesa ritengono che la mossa possa avvantaggiare Russia, Turchia e Iran, Paesi invisi all'Amministrazione, che si ritroverebbero protagonisti della scena mediorientale. Pensano anche che il ritiro possa anche essere considerato un "tradimento" nei confronti degli alleati curdi. Il Pentagono avrebbe prefigurato al presidente i rischi insiti nel ritiro delle truppe, ma Trump ha evidentemente tirato dritto.

Le sacche di resistenza del Daesh

Intanto, le notizie dalla Siria continuano ad essere poco incoraggianti. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani le sacche di Daesh in alcune aree del territorio continuerebbero ad opporre una forte resistenza e in due mesi avrebbero ucciso oltre 700 prigionieri nell’est del Paese

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: