sabato 18 gennaio 2020
Associazioni di diversa origine unite dall'impegno contro la "provetta per tutte" che eliminerebbe la figura del padre. La legge all'esame del Senato dal 21 gennaio dopo il sì dell'Assemblea nazionale
Manifestazione a Parigi sui temi bioetici

Manifestazione a Parigi sui temi bioetici - (Ansa/Afp)

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Sanno bene di battersi in una Francia già scossa da tante tensioni, soprattutto per la riforma delle pensioni. Ma non si tireranno indietro, scendendo in piazza nel nome del rispetto della vita e dei diritti dei bambini.

Riuniti sotto il vessillo comune “Marchons, Enfants” (“In marcia, ragazzi”), i movimenti e le associazioni francesi contrari agli stravolgimenti antropologici previsti nella bozza di legge bioetica del presidente Emmanuel Macron scendono in piazza domenica 19 gennaio a Parigi con bandiere multicolori, slogan pungenti, passeggini e la forza tranquilla, ancor più riconoscibile rispetto alle fosche violenze viste di recente nella capitale.

In cima alla lista degli obiettivi: bloccare la «filiazione senza padre» prevista dalla bozza, denunciata nei giorni scorsi in modo vibrante anche da monsignor Michel Aupetit, arcivescovo di Parigi: «Lo ripeto ancora una volta: un bambino è un dono da ricevere, non un oggetto dovuto da fabbricare. L’assenza d’un padre è una ferita che si può subire, ma è mostruoso infliggerla volontariamente». Per il pastore, «è ancora tempo per il legislatore di riprendersi, osando il superamento degli schieramenti ideologici, e per tutti i cittadini di far ascoltare la voce del buon senso, della coscienza e della fratellanza umana».

La grinta non manca alle associazioni in prima linea. «E' una manifestazione molto importante con un pubblico molto cosciente delle poste in gioco dietro la legge di bioetica», spiega Ludovine de la Rochère, alla guida della “Manif pour tous”, da anni fra i movimenti più trainanti.

La rete nazionale delle Associazioni familiari cattoliche (Afc) intende ribadire le proprie rivendicazioni ad ampio raggio: «Una moratoria sul progetto di legge. L’applicazione del principio di precauzione alla procreazione umana e alla filiazione. Lo sviluppo di un’autentica politica della fecondità, con un grande piano di lotta contro l’infertilità. L’abolizione dell’utero in affitto e di qualsiasi mercificazione umana nel mondo intero».

Posizioni che dimostrano lo spirito costruttivo e gli ideali universali che animano i manifestanti, non intenzionati a restringere il proprio campo d'azione solo agli articoli della contestatissima bozza appena approdata al Senato, dove il dibattito in aula comincia martedì 21, dopo un preliminare esame lampo in commissione che ha già seminato perplessità e amarezza.

«Ciò che sta accadendo ci motiva ancor più per mobilitarci contro questo progetto di legge che non merita più di essere chiamato bioetico», assicura Caroline Roux, vicedelegata generale d’Alliance Vita, un’altra associazione per la difesa della vita e dei più deboli.

Sono attesi bus speciali da numerose province. Saranno presenti tutte le generazioni, come i primi cittadini dell’associazione bipartisan dei “Sindaci per l’infanzia”, o la corrente politica progressista “Les poissons roses” (Pesci rosa). Fra gli intellettuali si sono già espressi contro la bozza di legge diverse figure di spicco, come i filosofi Sylviane Agacinski e Dominique Bourg, il militante ecologista José Bové, il biologo Jacques Testart.


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