giovedì 23 aprile 2015
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Padre Dall'Oglio, gesuita, 61 anni, è nelle mani dei rapitori da quasi due anni. Il sacerdote, impegnato nel dialogo interreligioso, è stato rapito il 29 luglio 2013 nella zona di Raqqa, nel nord ella Siria, in un'area oggi controllato dal Califfato (Isis o Is). Di lui non si sa più nulla, ma a gennaio di quest'anno fonti siriane lo davano ancora vivo. Quando venne sequestrato era da poco rientrato in Siria, pare per una mediazione umanitaria. Dall'Oglio era ormai siriano a pieno titolo. Negli anni Ottanta aveva rifondato la comunità monastica cattolico-siriaca di Mar Musa, che si poneva come erede spirituale di un'antica tradizione eremitica e cenobitica. Il monastero, a nord di Damascoa, accoglie anche ortodossi. L'apertura al dialogo interreligioso con il mondo islamico ha procurato al gesuita l'inimicizia di molti, da quella del governo siriano, che arrivò ad espellerlo il 12 giugno del 2012, fino a quella dei fondamentalisti islamici, che lo hanno rapito. Nel tempo, si sono susseguite notizie contrastanti, con anche voci su una sua presunta esecuzione poco dopo il rapimento e fonti più recenti che invece sostengono che si trovi ancora vivo nelle mani degli jihadisti sunniti dell'Isis. Le ultime informazioni, ritenute attendibili, risalgono a settembre 2014 e a gennaio 2015. secondo fonti che lavorano sul terreno per la sua liberazione, il gesuita sarebbe detenuto in una delle prigioni dell'Isis a Raqqa, da oltre un anno divenuta la roccaforte dell'autoproclamato Stato islamico.
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