giovedì 4 luglio 2013
La minoranza insorge nel Punjab, ma la giustizia è negata. Le autorità si rifiutano di intervenire: il fatto risale a giugno, ma non si fermano le proteste In loro difesa anche le ragazze islamiche.
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Un caso di sopraffazione contro tre donne della minoranze ha non solo alzato il livello di insicurezza e frustrazione dei cristiani, ma anche sollevato un caso politico che continua, nonostante sia passato un mese dall’evento e i tentativi di insabbiamento da parte di notabili locali. Il 3 giugno, tre donne di un villaggio del distretto di Kasur, nella provincia del Punjab, sono state aggredite nella loro abitazione, denudate, trascinate all’esterno e costrette a percorrere la strada principale. A mettere fine alla loro umiliazione, l’intervento di alcuni musulmani che hanno chiesto con il tradizionale gesto di porre il turbante davanti ai piedi degli aggressori di fermare la punizione.Un episodio che Tahira Abdullah, attivista musulmana impegnata nella difesa delle minoranze religiose, ha definito «gravissimo» in un colloquio con l’agenzia Fides. «Per la nostra cultura e tradizione, è quanto di peggio si possa fare a una donna. Io stessa preferirei esser uccisa piuttosto che subire una tale umiliazione e una ferita così profonda alla dignità personale», ha sottolineato Tahira. Quanto accaduto rientra nei rapporti tesi tra contadini poveri e latifondisti, aggravata dall’appartenenza a una minoranza religiosa. Con questo gesto Muhammad Munir, figlio di un latifondista musulmano locale, ha voluto “punire” alcuni contadini cristiani per lo sconfinamento di bestiame su terreni non loro. Un fatto doloroso su cui è intervenuto anche l’Asian Human Rights Commission, criticando l’accaduto e chiedendo alle autorità di prendere provvedimenti per questo «caso disumano», che è diventato però un elemento d’imbarazzo per il premier Nawaz Sharif, in carica da circa un mese e per il suo partito, la Lega musulmana del Pakistan-N (Pml-N) che ha nel Punjab la sua roccaforte.Munir è infatti figlio di Abdul Rasheed, noto sostenitore della Lega. Non a caso in loro difesa è intervenuto il parlamentare Rana Muhammad Ishaq Khan, membro dell’Assemblea Nazionale nelle file del Pml-N.Anche per la sua partecipazione, come rileva <+tondo>Fides<+tondo>, «nessuno è stato arrestato». Ancor più, lo stesso Abdul Rasheed ha chiesto l’apertura di un’indagine contro i cristiani per premere sulla famiglia e indurla a ritirare la denuncia. Pressioni sono state attuate anche verso chi si è impegnato a difesa delle tre donne e dei loro familiari. L’avvocato cristiano Mushtaq Gill, che ha offerto alle vittime assistenza legale, il 23 giugno è stato fermato da uomini armati che lo hanno minacciato sparando anche alcuni colpi in aria. Una chiara intimidazione.
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