lunedì 9 febbraio 2015
​La Corte Suprema (federale) ha deciso che il provvedimento rimanga in vigore, nonostante il governo statale le abbia respinte. Ed è il caos amministrativo. Elena Molinari
COMMENTA E CONDIVIDI
Braccio di ferro fra l’Alabama e la Corte suprema americana sul matrimonio gay. Il massimo tribunale costituzionale Usa ha deciso di mantenere in vigore le nozze omosessuali nello Stato del sud, nonostante il governo e la Corte suprema statali, oltre alla maggioranza della popolazione, le abbiano respinte. Nel 2008, infatti, l’81 per cento degli elettori dell’Alabama, stato del Sud solidamente cristiano e legato ai valori della famiglia, aveva approvato un emendamento alla costituzione locale che proibiva le nozze fra persone dello stesso sesso. Un ricorso presentato dalle associazioni che rappresentano gli omosessuali era subito partito. Questo si è concluso il mese scorso, quando un giudice federale ha dichiarato l’emendamento dell’Alabama contrario alla costituzione federale Usa. Il giudice ha dato tempo allo Stato fino a oggi per adeguarsi. Immediatamente il governo statale ha presentato ricorso, chiedendo alla Corte suprema federale di lasciare la proibizione intatta finché una sentenza o una legge a livello federale non decreteranno che le nozze gay sono legali in tutta la nazione americana. Il giudice capo della Corte suprema dell’Alabama è andato oltre, ordinando ai giudici dello Stato di non celebrare nozze gay finché il braccio di ferro non si fosse risolto – un’interpretazione della legge che molti esperti hanno riconosciuto come valida. La Corte suprema Usa allora ha sentito il dovere di far sentire la sua voce e, da Washington, ha imposto all’Alabama di stravolgere secoli di tradizione e di celebrare i matrimoni omosessuali. Molti giudici si sono rifiutati, altri si sono adeguati. Il risultato, per ora, è il caos.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: