mercoledì 1 marzo 2023
Gli oppositori hanno denunciato una manipolazione massiccia dei risultati. Inoltre i gruppi di osservatori elettorali hanno indicato vari intoppi logistici
Bola Tinubu

Bola Tinubu - Reuters

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I conti non tornano, letteralmente. Prima dell’alba di ieri, Bola Tinubu è stato dichiarato dalla Commissione elettorale indipendente nigeriana (Inec) vincitore delle elezioni presidenziali tenutesi lo scorso sabato con il 36 per cento dei voti. Con quasi 9 milioni di elettori a suo favore, il candidato dell’All progressives congress (Apc), partito al potere, si è portato a casa una vittoria alquanto controversa. « Non avevamo previsto la pubblicazione dei risultati definitivi così presto – ha ammesso ieri ad Avvenire un osservatore elettorale dell’Unione Europea –. Nello Stato federale nordorientale del Borno, afflitto dall’estremismo islamico, credevamo ci volesse almeno un altro giorno per ottenerli».

Invece, Mahmood Yakubu, presidente dell’Inec, ha dichiarato Tinubu vincitore con 8.794,726 di voti. Inoltre Tinubu avrebbe raccolto almeno il 25 per cento dei voti espressi in 30 dei 36 Stati federali nigeriani e ha ottenuto oltre il 25 per cento nella capitale, Abuja, sebbene la città fosse stata conquistata con grande vantaggio da Peter Obi, il candidato del Partito laburista (Lp). l’altro musulmano, Atiku Abubakar del Partito democratico per il popolo (Pdp), è arrivato secondo con un totale di quasi 7 milioni di voti mentre al cristiano Obi, per gran parte del Paese il favorito dei tre candidati principali, è invece arrivato terzo con poco oltre i 6 milioni di voti.

« L’Inec avrebbe quindi contato per i candidati principali circa 22 milioni di voti – spiegano gli analisti –. Anche se i candidati erano 18 e non tutti hanno votato, queste cifre sembrano minime rispetto agli 87 milioni di elettori». Mentre non è ancora nota l’affluenza, almeno sei milioni di schede elettorali non sono state raccolte mentre un numero imprecisato è stato trovato abbandonato poco prima delle elezioni. Risultato: un numero significativo di nigeriani è stato quindi privato del diritto di voto.

Le proteste da parte dell’opposizione sono subito cominciate in varie parti del Paese sebbene la situazione sembri relativamente tranquilla. « Dobbiamo rifare queste elezioni», è stato il messaggio espresso martedì notte dai due principali partiti all’opposizione. Il Pdp e l’Lp hanno denunciato una «manipolazione massiccia » dei risultati mentre i diversi gruppi di osservatori elettorali hanno indicato « vari intoppi logistici» rispetto soprattutto al mal funzionamento del sistema elettorale digitale che doveva velocizzare l’attesa dei risultati.

Inoltre, alcune regole non scritte come l’alternanza tra presidenti musulmani e cristiani, sono state scardinate con queste elezioni. Anche le legislative hanno avuto vari problemi. Natasha Akpoti- Uduaghan, candidata del Pdp al Senato per lo Stato meridionale di Kogi, ha descritto le elezioni come « una farsa, una barbarie e antidemocratiche » . Nel nord, invece, dove ci sono state meno lamentele, lo Stato federale di Kano, uno dei più popolati, ha dichiarato vincitore alle legislative Hamisu Chidari (Apc), nel collegio elettorale di Danbatta.

Nel ricco Rivers State, invece, i deputati dell’Apc hanno perso diversi seggi che sono andati a membri del Pdp e dell’Lp. Sono comunque numerose le rivendicazioni da parte dei candidati di tutti e tre i principali partiti. Ora, però, «the show must go on», è l’opinione di gran parte dei nigeriani, alcuni rassegnati e stanchi. Vari ex presidenti africani, a capo dei differenti gruppi di osservatori elettorali, sono stati fotografati mentre si congratulavano con il presidente-eletto. Tra le varie sfide che Tinubu dovrà affrontare nel gestire l’economia più grande del continente africano, quella più complessa sarà unire un Paese che, dopo aver conquistato l’indipendenza nel 1960, è ancora marcato da profonde divisioni.

IL PROFILO DEL VINCITORE

Il «padrino di Lagos» ritornato da Chicago

«Tinubu e il suo percorso pieno di spine verso la presidenza». Titolava così ieri il Premium Times, un influente quotidiano nigeriano, in un editoriale per descrivere il futuro presidente della Nigeria. Su Bola Ahmed Adekunle Tinubu si sa poco con certezza. Nato, in teoria, il 29 marzo del 1952, Tinubu era un contabile di formazione. Data di nascita e titoli di studio restano comunque tema di dibattito. Qualche maggiore chiarimento è legato invece agli studi di economia e contabilità fatti alla Chicago State University. Tornato in Nigeria dagli Stati Uniti all'inizio degli anni Ottanta, l’attuale presidente- eletto è stato assunto dalla Mobil Nigeria e ha in seguito lavorato con diverse società come Deloitte e Arthur Andersen.


Il giovane Tinubu sapeva fare di conto. Si è in seguito “buttato” in politica e dopo essere stato eletto senatore per il distretto di Lagosovest, è diventato governatore della capitale commerciale tra il 1999 e il 2007. Poco prima della nomina, però, il futuro presidente militava nel Partito socialdemocratico ed è stato costretto a vivere in esilio tra il 1994 e il 1998, durante gli anni del defunto dittatore, Sani Abacha. Già in quel periodo giravano strane voci sulla sua propensione alla corruzione. «Tinubu si era arricchito attraverso i suoi contatti con il crimine organizzato statunitense – spiegano gli esperti –. Lo chiamavano «il padrino» per le accuse che lo giudicavano il portaborse di un traffico di eroina tra l’America e la Nigeria». Una volta governatore della ricca Lagos, Tinubu è stato anche accusato di aver sottratto decine di milioni di dollari destinati alle infrastrutture locali. «Tinubu ha investito soprattutto nell'istruzione e nella costruzione di nuove strade – ammettono invece parecchi dei suoi sostenitori –, ma è vero che non lo si poteva definire un uomo dalle mani completamente pulite ». Nel gennaio 2009, la Commissione nigeriana per i crimini economici e finanziari (Efcc) ha comunque assolto Tinubu e altri suoi colleghi governatori dalle accuse di cospirazione, riciclaggio di denaro sporco, abuso d'ufficio e corruzione in relazione a una vendita di azioni di una società di telefonia.

I numerosi scandali a cui è stato associato Tinubu gli hanno anche

procurato, nel corso degli ultimi anni, diversi nemici che lo volevano uccidere. Il « padrino di Lagos» è però sopravvissuto a minacce e attacchi. Proprio il primo marzo 2015, a otto anni esatti dalla sua vittoria, era uscito un documentario chiamato «The lion of Bourdillon» (Bourdillon è la via dove abita, ndr), ma Tinubu ha intentato una causa per diffamazione da oltre 300 milioni di dollari che ne ha fatto interrompere la messa in onda cinque giorni dopo. Altri dubbi sulla sua reale ricchezza erano sorti nel 2019 quando la stampa aveva pubblicato le fotografie di un furgone pieno di lingotti d’oro mentre entrava nella sua “reggia”. seccate le risposte di Tinubu: « I soldi li tengo dove voglio io».

Poi l’atto finale: il 10 gennaio 2022 ha annunciato la sua candidatura alla presidenza come veterano dell’All progressives party (Apc), il partito di cui fa parte anche il presidente uscente, Muhammadu Buhari. Ha vinto le primarie, lo scorso giugno, e ieri Tinubu è alla fine arrivato dove voleva.

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