lunedì 21 novembre 2022
La co-fondatrice delle Madres de Plaza de Mayo è morta a 93 anni a La Plata. Dopo le feroci critiche a Buenos Aires, dal 2016 si era riconciliata con papa Francesco, con cui era nata un'amicizia
Manifestazione in omaggio a Hebe de Bonafini a Buenos Aires

Manifestazione in omaggio a Hebe de Bonafini a Buenos Aires - Reuters

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Non è riuscita, per un soffio, a festeggiare il suo 94esimo compleanno, il 4 dicembre. Hebe de Bonafini, co-fondatrice delle Madres de Plaza de Mayo, si è spenta domenica all’ospedale italiano di La Plata, dove era ricoverata. Da quando la dittatura fece scomparire i suoi due figli, Jorge Omar e Raúl Alfredo, Hebe ha trasformato – come ha detto papa Francesco nel messaggio di cordoglio – la sua sofferenza in lotta per il rispetto dei diritti umani e della giustizia sociale. Dalle marce intorno all’obelisco della Casa Rosada realizzate insieme ad altri 13 donne, a dispetto della repressione dei generali, sono nate lele Madri. Combattiva, radicale e, spesso, estrema per carattere e posizioni, proprio Bonafini è stata la causa delle divisione del movimento, al termine del regime. Molto vicina al clan Kirchner – troppo secondo alcuni –, è stata coinvolta in uno scandalo nel 2011. Eppure per l’Argentina Hebe è sempre rimasta un simbolo, come dimostra la scelta del governo di dichiarare tre giorni di lutto nazionale.

Hebe de Bonafini avrebbe compiuto 94 anni il 4 dicembre

Hebe de Bonafini avrebbe compiuto 94 anni il 4 dicembre - Reuters

Negli ultimi anni era cambiata la sua relazione con Jorge Mario Bergoglio, bersaglio di critiche feroci quando era arcivescovo di Buenos Aires. La richiesta di Francesco di andare a trovarlo in Vaticano nel 2016 - come aveva raccontato a Lucas Scherer in un'intervista su "Alfa y omega" - l’aveva spiazzata. La buona accoglienza del Papa, nel primo incontro del 28 maggio 2016 aveva fatto germogliare un’amicizia, cementata dal comune impegno per la dignità umana, nonostante le differenze. Nel tempo, hanno continuato a scriversi e telefonarsi. Più volte, Hebe ha detto che la vicinanza del Pontefice l'aveva riportata alla fede, da cui si era allontanata nell'epoca della dittatura. Due giorni prima di morire, l’arcivescovo Víctor Manuel Fernández gli aveva portato, in ospedale, il saluto del Papa.

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