sabato 20 febbraio 2021
Padre Juan López Diaz, senza possibilità di aiuti tecnologici nel villaggio, «isola» i fedeli ai piedi della chiesa
Padre Juan celebra la Messa dal tetto della chiesa di Santa Rosa

Padre Juan celebra la Messa dal tetto della chiesa di Santa Rosa

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«A ogni ostacolo corrisponde una soluzione», afferma padre Juan López Diaz mentre indica la scala con cui, ogni domenica, si arrampica per 13 metri, fino a raggiungere il tetto della chiesa di Santa Rosa di Tomayquichua, nel cuore delle Ande peruviane. Là, su un tavolo-altare piazzato per l’occasione, alle 10 in punto, celebra la Messa dal 10 maggio 2020 quando le funzioni religiose in presenza di fedeli sono state sospese a causa della pandemia. Ovunque in Perù, come nel resto del mondo, i sacerdoti hanno portato l’Eucaristia su su reti sociali e piattaforme virtuali. Strumenti inaccessibili per i 3mila abitanti di Tomayquichua. «Fanno fatica a fare un pasto al giorno, figuriamoci chi può permettersi l’accesso a Internet», racconta ad Avvenire padre Juan. Oltretutto a oltre 2.400 metri di altitudine il segnale arriva a singhiozzo. Il prete, però, non si è perso d’animo.

«Volevo che le persone percepissero la vicinanza del Signore in un momento tanto difficile: la nostra regione, Huánuco, è la più colpita dalla seconda ondata. Così sono salito sul tetto. Da là mi avrebbero visto tutti e anche ascoltato, grazie all’aiuto di tre altoparlanti». Alcuni fedeli si ritrovano in strada, ben distanziati. Altri partecipano dai balconi o dalle finestre. Con modalità diverse, l’intero villaggio si stringe intorno alla chiesetta, ancora in fase di ricostruzione, dopo il sisma che l’ha distrutta nel 2011. «L’unico problema è il vento: a volte è tanto forte da farmi sbandare. Per rendermi più stabile mi riempio le tasche di pietre».

Questa non è l’unica soluzione creativa ideata da padre Juan per far fronte all’emergenza Covid. Con il solo apporto di amici e familiari, il sacerdote ha improvvisato una mensa per quanti sono rimasti senza lavoro a causa dei lockdown. E, ogni giorno, fa il giro dei 15 ambulatori dove sono curati i malati di Covid per mancanza di un ospedale. «Sono il più giovane dei preti della cittadina. Tocca a me. Il rischio? C’è, ma non posso lasciare sola la gente...».

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