Sembrava una madre. Accompagnava gli altri figli a scuola, festeggiava con loro il Natale. Acquistava il latte e i pannolini. E teneva l’ultima nata nel suo letto. Ma non accanto a sé. L’aveva sistemata, fin da quando era nata, in uno dei grandi cassetti del lettone a contenitori. Lì la neonata è cresciuta, ed è diventata una bambina. L’hanno scoperta quando stava per compiere tre anni.
Sembra l’inizio di una favola dell’orrore, e lo è. Solo che è tutto vero. Accaduto nel Cheshire, Regno Unito. La donna è stata condannata a sette anni di carcere. La figlia affidata ai servizi sociali.
Troppi gli aspetti sfuggenti, in questa storia. Impensabile che nessuno sapesse: gli altri figli, i vicini. Ma soprattutto sono sfuggiti i primi anni di vita della piccola, che ne resterà segnata per sempre. Di lei non si conoscono né il volto né il nome. Anche l’identità della donna è tutelata dal riserbo di legge. I quotidiani britannici rivelano che a scoperchiare l’orrore è stato il compagno della madre, che immaginiamo fosse entrato da poco nella sua vita. Fu lui a chiamare la polizia, nel febbraio del 2023. Scoprì la piccola, scrive il Guardian, con i capelli arruffati, gravemente malnutrita, disidratata e affetta da palatoschisi. Quando è stata visitata dai medici, non riusciva a gattonare e non emetteva alcun suono comunicativo. Il giudice che si è occupato del caso, Steven Everett, ha definito il comportamento della madre «totalmente incredibile»: «Ha privato la bambina di qualsiasi amore, attenzione o interazione con gli altri, di un’alimentazione adeguata e delle cure mediche necessarie per la palatoschisi. La piccola orfana era chiusa in una stanza da sola. Quello che ha fatto è stato malvagio oltre ogni immaginazione. Ora la bambina sta tornando in vita, da quella che era probabilmente una morte vivente».
Un’assistente sociale che si è presa cura della piccola ha dichiarato in tribunale: «Non sapeva cosa fosse il cibo». La madre la nutriva con una siringa riempita di latte e cereali. E le cambiava il pannolino. «Ha trascorso il suo primo Natale con noi, abbiamo vissute insieme tante “prime volte”. L’abbiamo messa su un’altalena, e non sapeva cosa fosse. Abbiamo condiviso il suo primo passo, la sua prima parola. È stato bello, ma è così triste pensare che non avesse mai potuto farlo prima». Ricordando il giorno in cui arrivò per prima in quella casa, dopo l’allarme della polizia, l’assistente sociale ha detto: «Rimasi scioccata nel vedere una bambina che mi guardava seduta in un cassetto. Mi fissava e si dondolava. Guardai sua madre e le chiesi:“È qui che la tiene?”. “Sì, nel cassetto”, mi rispose. Sembrava indifferente alla situazione». «Le chiesi se qualcun altro avesse mai visto la bambina. Rispose di no».
Gli inquirenti hanno ricostruito che la piccola era stata partorita nella vasca da bagno di casa nel marzo del 2020, ma la sua nascita non era mai stata registrata. La madre ha detto di averla avuta da una relazione violenta e di non aver voluto rivelare a quell’uomo di essere incinta.
I giornali britannici non parlano della sorte dei fratelli maggiori, probabilmente affidati anche loro ai servizi sociali. Perché in questa storia sono parecchie le vite a perdere. A cominciare da quelle dei più indifesi.