venerdì 6 luglio 2018
A Vienna l'incontro tra le autorità iraniane e i ministri degli Esteri delle potenze firmatarie dell’intesa, alla vigilia dell'entrata in vigore delle sanzioni americane
Il presidente iraniano Hassan Rohani a Vienna insieme al presidente austriaco Alexander Van Der Bellen (Ansa)

Il presidente iraniano Hassan Rohani a Vienna insieme al presidente austriaco Alexander Van Der Bellen (Ansa)

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I Paesi firmatari dell'accordo sul programma nucleare iraniano (il cosiddetto Jcpoa) si sono impegnati a garantire che la Repubblica islamica possa ancora esportare petrolio e avere rapporti commerciali nonostante il ritiro degli Stati Uniti dall'intesa e l'annunciato ripristino delle sanzioni contro Teheran. È quanto è emerso oggi pomeriggio dalla riunione ministeriale della Commissione congiunta del Jcpoa che si è svolta all'Hotel Coburg di Vienna, nella quale è stata ribadita la necessità di una "totale ed efficace attuazione dell'accordo".

In una dichiarazione congiunta diffusa dal Servizio europeo per l'azione esterna (Eeas) e letta dall'Alto Rappresentante Ue Federica Mogherini al termine dell'incontro, i ministri degli Esteri dell'Iran e dei cinque paesi firmatari dell'intesa (Francia, Germania, Gran Bretagna, Cina e Russia), hanno sottolineato che il Jcpoa è un "elemento chiave della non-proliferazione globale" e un "significativo risultato della diplomazia multilaterale avallato all'unanimità dal Consiglio di Sicurezza Onu con la risoluzione 2231".

I paesi firmatari (il cosiddetto gruppo del 4+1) hanno quindi indicato alcuni obiettivi da perseguire nonostante il ritiro degli Stati Uniti dall'accordo, avvenuto a maggio. Tra questi vi sono mantenere aperti "i canali finanziari" e i collegamenti marini, aerei e terrestri con l'Iran, far proseguire "l'export iraniano di petrolio e gas condensato, di prodotti petroliferi e petrolchimici", incoraggiare ulteriori investimenti in Iran, sostenere in modo "chiaro ed efficace" gli operatori economici che commerciano con l'Iran, "in particolare le piccole e medie imprese", promuovere la copertura assicurativa contro i rischi del credito commerciale, proteggere le aziende dagli effetti extraterritoriali delle sanzioni Usa.

Il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha evidenziato che il piano proposto per salvare il Jcpoa sarà analizzato a Teheran dai leader della Repubblica islamica, a partire dalla Guida Suprema Ali Khamenei, al quale spetta la parola finale su tutte le questioni più delicate che riguardano l'Iran. "La mia conclusione è che tutte le parti (rimaste, ndr) nel Jcpoa hanno indicato durante l'incontro la volontà politica di opporsi a tale mossa americana (ritirarsi dall'accordo, ndr )", ha osservato Zarif, sostenendo che a suo parere i metodi operativi proposti nella riunione odierna sembrano essere "pratici".

Ieri il presidente iraniano Hassan Rohani aveva definito insufficiente e "deludente" il pacchetto proposto dall'Europa per proseguire la cooperazione nel quadro dell'accordo sul nucleare. Nei giorni scorsi Rohani ha chiarito che l'Iran continuerà a rispettare l'accordo sul suo programma nucleare finché ne trarrà benefici economici, finché saranno "garantiti gli interessi" della Repubblica Islamica.

Stamane Zarif aveva scritto su Twitter: "Il mio mandato è chiaro: definire soluzioni concrete. Ci aspettiamo dalle controparti Ue/E3+2 impegni verificabili e attuabili piuttosto che nobili e vaghe promesse. Niente errori: sanzioni e rispetto del Jcpoa si escludono a vicenda". Zarif ha avuto un bilaterale anche con il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, il quale ha assicurato che Pechino è pronta a lavorare con gli europei per salvare l'accordo.

Per il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, è "improbabile" che i Paesi europei siano in grado di mettere insieme, entro agosto, un pacchetto economico per l'Iran. Secondo il titolare del Quai d'Orsay, i Paesi Ue, ma anche la Russia e la Cina, stanno lavorando per elaborare un meccanismo finanziario che attenui le sanzioni Usa. "Stiamo cercando di farlo prima che le sanzioni vengano imposte all'inizio di agosto e prima della nuova serie di sanzioni a novembre, ma la scadenza di agosto è troppo ravvicinata, stiamo cercando di farlo entro novembre", ha affermato. Tuttavia Le Drian avverte che "l'Iran deve smettere di minacciare in modo permanente di rompere i suoi impegni per l'accordo nucleare".

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