mercoledì 9 maggio 2018
Secondo monsignor Thomas Paulsamy, vescovo di Dindigul nello Stato del Tamil Nadu, l'attuale primo ministro «vuole trasformare l'India in un Paese esclusivamente induista»
Il premier indiano Narendra Modi (Ansa)

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"Da quando Modi è salito al potere gli attacchi anticristiani non hanno fatto che aumentare". La dichiarazione è arrivata all’organizzazione Aiuto alla Chiesa che Soffre da monsignor Thomas Paulsamy, vescovo di Dindigul nello Stato meridionale indiano di Tamil Nadu. Il presule denuncia l'incremento degli attacchi ai danni dei cristiani e delle altre minoranze religiose da quando Narendra Modi è al potere. Monsignor Paulsamy ha inoltre espresso i suoi timori circa l'eventualità che il leader del partito nazionalista induista Bharatiya Janata Party (Bjp) possa vincere anche le prossime elezioni generali del maggio 2019, assicurandosi altri cinque anni al potere.


"Modi vuole trasformare l'India in un Paese esclusivamente induista e continuerà a portare avanti la sua agenda – aggiunge il presule - I suoi ministri hanno più volte enfatizzato il loro supporto a misure atte a proteggere l'Induismo. Le minoranze sono viste come una minaccia, soprattutto cristiani e musulmani".


Nel Tamil Nadu, dove i cristiani rappresentano il 12 per cento della popolazione, dall'inizio dell'anno si contano 15 attacchi anticristiani. Tra i crimini anche l'omicidio del pastore pentecostale Gideon Periyaswamy, trovato morto il 20 gennaio 2018 dopo che aveva denunciato alla polizia di aver ricevuto minacce da fondamentalisti indù.

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