lunedì 9 settembre 2019
Dal 2017 è in vigore il Jharkhand Freedom of Religion Bill, una legge per la libertà di religione che proibisce le conversioni forzate e le punisce con il carcere o una multa
Processione di religiosi e fedeli cattolici a Bhopal in India (Ansa)

Processione di religiosi e fedeli cattolici a Bhopal in India (Ansa)

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Tra i primi in India a dotarsi di una legge contro la conversione, lo Stato del Jharkhand, tra i più poveri e arretrati del Paese, ha visto due giorni fa l’arresto di due sacerdoti cattolici e di un catechista con l’accusa di avere attuato “conversioni forzate al cristianesimo”.

La notizia del provvedimento contro padre Arun Vincent (che sarebbe stato poi rilasciato), padre Benoy John e il catechista Munna Hansda, è stata comunicata ai fedeli con una lettera aperta da padre N M Thomas, vicario generale della diocesi di Bhagalpur. Sui sacerdoti penderebbe anche l’accusa di occupazione illegale di terreni. La legge di cui si sono dotati finora otto Stati dell’India governati da formazioni ispirate dall’induismo militante prevede pesanti multe e pene carcerarie per i colpevoli.

Nello Stato del Jharkhand dal 2017 è in vigore il Jharkhand Freedom of Religion Bill, una legge per la libertà di religione che proibisce le conversioni forzate e le punisce con il carcere o una multa di almeno 50mila rupie (625 euro). Al momento dell'approvazione, esponenti del Bjp e altri leader di formazioni di destra dello stato affermarono che i missionari cristiani, molto numerosi nella zona, "tendono a forzare le popolazioni tribali ad aderire al cattolicesimo".

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