giovedì 29 febbraio 2024
La decisione è avvenuta «perché non è stato possibile somministrargli la soluzione letale entro il termine legale». Ora si dovrà emettere una sentenza per la nuova, macabra procedura
Dopo 8 tentativi il boia non trova la vena: stop in extremis a esecuzione in Idaho

Ansa

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Questa non è crudeltà? Questo non viola la Costituzione americana che tutela la salute del condannato fin all'esecuzione? Nel Paese della morte legale però questo scandalizza meno di qualche intreccio politico alla moda in cui qualcuno ha mentito. Provoca forse lo stesso orrore dell'ennesima strage di massa, probabilmente in una scuola E soprattutto sono temi ancora tabù nella terra delle libertà e della democrazia, argomenti dei quali nessuno dei due candidati finali alla corsa al voto di novembre per la Casa Bianca farà mai menzione. Perché parlare di armi facili o di pena di morte non porta voti, anzi li fa perdere.

Quindi sembra scandalizzare ben poco il fatto che l'esecuzione di un condannato a morte americano di 73 anni, Thomas Creech, è stata interrotta all'ultimo minuto in Idaho, negli Stati Uniti, perché non è stato possibile somministrargli la soluzione letale entro il termine legale. L'annuncio, quasi sconsolato, è arrivato nel cuore della notte italiana dall'amministrazione penitenziaria dell'Idaho.
L'amministrazione ha deciso di interrompere l'esecuzione dopo otto tentativi di posizionare una flebo sulle braccia o sulle gambe del detenuto, ha detto il direttore dell'amministrazione penitenziaria, Josh Tewalt. Ma dopo circa un'ora, la direzione della prigione ha concluso che era impossibile «sottoporgli una flebo», ha detto un portavoce dell'Idaho Prison Service. «Non abbiamo ancora la nozione di un calendario o di una misura di follow-up, di prosecuzione della procedura», ha aggiunto, riferendosi a un'eventuale riprogrammazione, che richiederebbe un nuovo ordine di esecuzione.

Brenda Rodriguez, una giornalista della televisione locale che ha assistito all'esecuzione insieme ad altri rappresentanti dei media, ha testimoniato che l'uomo non sembrava aver sentito alcun dolore grave ma ad un certo punto si è lamentato di sentire «un po' di dolore alle gambe». L'ultima esecuzione "mancata" per motivi simili è stata quella di Kenneth Smith in Alabama (sud-est) il 17 novembre 2022.

Condannato a morte in via definitiva nel 1996 per l'omicidio di una donna ordinato dal marito, l'uomo fu infine ucciso il 25 gennaio mediante inalazione di azoto, una prima mondiale che suscitò (finalmente) un'ondata di indignazione. Tutte le 24 esecuzioni effettuate negli Stati Uniti nel 2023 sono state effettuate mediante iniezione letale.

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