mercoledì 30 agosto 2023
Un gruppo di ufficiali ha di fatto destituito a Libreville presidente "monarca" Ali Bongo poco dopo l'annuncio dei risultati delle contestate elezioni. Le mani della Cina sulle risorse di petrolio
L'annuncio in tv del gruppo di militari golpisti a Libreville

L'annuncio in tv del gruppo di militari golpisti a Libreville - Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI

I dubbi su quanto è accaduto non ci sono, anche se la Francia "monitora" la situazione: Parigi è stata espulsa da un altro Paese della sua "sfera di influenza, il Gabon. Il secondo nel giro di poco più di mese, dopo il pronunciamento dei militari in Niger, il sesto nel giro di tre anni.

Nella notte, nel Paese africano da poco più di due milioni di abitanti, una dozzina di soldati e poliziotti ha annunciato l'annullamento delle elezioni, lo scioglimento di "tutte le istituzioni della Repubblica", la chiusura delle frontiere la "fine del regime". L'annuncio del colpo di Stato è arrivato poco dopo la pubblicazione dei risultati ufficiali delle elezioni presidenziali di sabato, che hanno visto il presidente in carica Ali Bongo Odimba, al potere da 14 anni dopo la monarchica successione al padre Omar che "regnava" dall'indipendenza, vincere un facile terzo mandato con il 64,27% dei voti.

Subito dopo il voto farsa

Secondo i golpisti, il suo è "un governo irresponsabile e imprevedibile che si traduce in un continuo deterioramento della coesione sociale che rischia di portare il Paese nel caos". Situazione aggravata dal fatto che Ali Bongo ha subito un ictus tre anni fa e non ostante questo è rimasto al potere suscitando perplessità anche a livello internazionale sulle sue reali capacità fisiche, mentre sul potere pochi dubbi sussistono vista la penetrazione cinese sempre più profonda, soprattutto per quanto riguarda la risorsa principale del Paese; il petrolio che costituisce il 46per cento del bilancio statale e il 43 per cento del Prodotto interno lordo.. Per questo, come ha detto uno dei militari leggendo in tv un comunicato a nome del "Comitato per la transizione e il ripristino delle istituzioni", "abbiamo deciso di difendere la pace ponendo fine all'attuale regime".

Ali Bongo e lo sconfitto al voto Ondo Ossa

Ali Bongo e lo sconfitto al voto Ondo Ossa - Ansa


"Tutte le istituzioni della Repubblica sono sciolte: il governo, il Senato, l'Assemblea nazionale e la Corte costituzionale. Invitiamo la popolazione a rimanere calma e serena e riaffermiamo il nostro impegno a rispettare gli impegni del Gabon nei confronti della comunità internazionale", ha proseguito, annunciando la chiusura delle frontiere del Paese "fino a nuovo ordine". Tra i soldati c'erano membri della Guardia Repubblicana (Gr), la guardia pretoriana della presidenza riconoscibile dai berretti verdi, oltre a soldati dell'esercito regolare e agenti di polizia. Durante la dichiarazione, sono stati uditi colpi di armi automatiche in diversi quartieri di Libreville. Secondo i risultati annunciati dal presidente del Centro elettorale gabonese (Cge), Michel Stéphane Bonda, alla televisione di Stato Gabon 1e're, il principale rivale di Bongo, Albert Ondo Ossa, ha ottenuto solo il 30,77% dei voti. Albert Ondo Ossa aveva denunciato "brogli orchestrati dal campo di Bongo" due ore prima della chiusura dei seggi, sabato, e in quel momento stava già rivendicando la vittoria. Poi la situazione è precipitata. Oltre a Parigi, la prima cancelleria a reagire, non a caso è stata la Cina. Ha chiesto a tutte le parti nel Gabon di partire dagli interessi fondamentali del Paese e del popolo, di risolvere le differenze attraverso il dialogo e di ripristinare l'ordine normale il più presto possibile", ha detto nel briefing quotidiano il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, invitando le parti a "garantire la sicurezza personale del presidente Bongo e a sostenere la pace e la stabilità nazionale".

Come il Niger

L'evoluzione della situazione, verosimilmente, sarà la stessa seguita al golpe del 26 luglio a Niamey: minaccia si sanzioni da parte di un organismo economico senza potenza militare come l'Ecowas e poco altro. Il capo della giunta prometterà "elezioni questa volta trasparenti". Poi tutto resterà sospeso nel vuoto, come sta avvenendo a Niamey dopo le bellicose promesse dell'organismo di cooperazione economica dell'Africa Occidentale. Anche in questo caso il silenzio dell'Onu sarà assordante, visto che la Cina (alleato strategico che ha scalzato da tempo la politica dell'abbandono avviata da Macron nella regione un tempo colonia), siede in Consiglio di sicurezza New York e non permetterà l'emissione di risoluzioni bellicose verso i golpisti. Un po' come avvenuto per il Niger, dove i Wagner prima e Mosca ora (che dovrà decidere se inviare altre truppe fedeli o verificare la fedeltà di ciò che rimane dei mercenari della Wagner) controllano la suituazione e coprono le spalle ai golpisti al Palazzo di vetro.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: