
Il Tokyo Detention Center - ANSA
Bianche non sono solo le pareti. Ma anche i capelli delle persone che vi sono “ospitate”. La popolazione carceraria femminile in Giappone invecchia. E un drammatico paradosso la alimenta. Molte donne anziane preferiscono il carcere - dove in qualche modo vengono accudite - alla solitudine che le aspetterebbe fuori dalle prigioni. E per questo, a volte, reiterano i reati. Solo per prolungare il "soggiorno" dietro le sbarre.
La Cnn è entrata nella prigione femminile di Tochigi, a nord di Tokyo. Un “viaggio” che coglie un cambiamento che attraversa e segna l’intera la società giapponese: l’invecchiamento, sempre più pronunciato, della sua popolazione. "Alcune persone fanno cose cattive di proposito, per farsi arrestare, in modo da poter finire di nuovo in prigione quando non hanno più soldi", ha detto all’emittente Usa Yoko, una donna di 51 anni, finita in carcere per questioni di droga cinque volte negli ultimi 25 anni. "Ci sono persone che vengono qui perché fa freddo o perché hanno fame", aggiunge una guardia carceraria. "Anche dopo essere state rilasciate e essere tornate alla vita normale, non hanno nessuno che si prenda cura di loro. Ci sono anche persone che sono state abbandonate dalle loro famiglie dopo aver commesso ripetutamente crimini. Non hanno un posto dove andare", racconta un altro agente.
Il furto è di gran lunga il crimine più comune commesso dalle detenute anziane. Nel 2022, più dell'80% delle detenute anziane era in carcere per aver rubato. “Alcune lo fanno per sopravvivere: il 20% delle persone di età superiore ai 65 anni in Giappone vive in povertà, secondo l'Ocse, rispetto a una media del 14,2% nei 38 paesi membri dell'organizzazione. Altri lo fanno perché hanno così poco da vivere fuori”, scrive ancora la Cnn.
I dati catturano lo “scivolamento” del Paese del Sol levante. Che ondeggia a un passo dal "baratro demografico". La popolazione si è ridotta per 15 anni consecutivi, con le nascite che hanno raggiunto il minimo storico di 730.000 lo scorso anno e i decessi che hanno raggiunto il massimo storico di 1,58 milioni. La popolazione anziana ha raggiunto la quota record di 36,25 milioni di persone, con gli over 65 che ora rappresentano quasi un terzo dei giapponesi. Circa 20,53 milioni di persone di età pari o superiore a 65 anni sono donne, 15,72 milioni sono uomini.
Il cambiamento demografico si riflette, inevitabilmente, anche nella composizione della popolazione carceraria. Nel Paese il numero di detenuti di età pari o superiore a 65 anni è quasi quadruplicato dal 2003 al 2022. Cambia anche il ruolo delle guardie carcerarie che devono in qualche modo reinventare il loro lavoro, che assomiglia sempre più a quello di operatori sanitari. Operatori sanitari che “fuori” sono sempre meno numerosi. È un altro buco che minaccia di inghiottire il Giappone. Mentre si stima che il mercato del lavoro perderà otto milioni di lavoratori nei prossimi sei anni, il Paese dovrà affrontare una carenza di circa 570.000 operatori sanitari nell'anno fiscale 2040. Stime pubblicate lo scorso anno hanno mostrato che saranno necessari 2,72 milioni di operatori, mobilitati per fronteggiare la domanda di cura che proviene da una popolazione sempre più anziana e sola. In questi casi, persino la prigione può sembrare una soluzione.