sabato 10 dicembre 2016
«Così sono penalizzate le verità non ufficiali». «Le Monde» critica i socialisti che censurano i siti anti-aborto: «Donne ostacolate da questi strumenti? Il governo non l’ha dimostrato»
Francia, media in campo contro la legge bavaglio
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Un nuovo fronte di polemiche si apre in Francia a proposito della bozza di legge contro i siti Internet accusati dal governo socialista d’informazione «menzognera» sull’aborto. Fra media, analisti e associazioni, sono in tanti a denunciare i rischi per la libertà d’espressione. Con un editoriale, pure l’autorevole Le Monde è sceso in campo per evidenziare che l’approccio della maggioranza di sinistra potrebbe ispirare in futuro iniziative sempre più deleterie contro coloro che, su temi «sensibili», dissentono dalle «verità ufficiali», a cominciare da quelle maggiormente promosse dagli esecutivi politici.

Analizzando i contenuti della bozza, il quotidiano osserva che «due dei principi fondamentali della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino sulla libertà d’espressione e la legalità dei delitti e delle pene non mancheranno di essere invocati davanti al Consiglio costituzionale ». È in effetti quanto minaccia di fare l’op- posizione di centrodestra. Il principio stesso di penalizzare le verità non ufficiali aprirebbe foschi scenari: «In cattive mani, potrebbe estendersi ad altri campi della libertà d’espressione». E nel caso specifico, il giornale sottolinea pure il problema della proporzionalità della pena (2 anni e 30 mila euro di multa): «Quanto alla necessità urgente di colpire così forte, la questione a sua volta si pone.

Nel ricorrere all’Ivg (interruzione volontaria di gravidanza, ndr), le francesi sono ostacolate in modo massiccio da questi siti? Il governo non l’ha dimostrato. Il numero d’Ivg in Francia è stabile ». Un altro commento su Libération, quotidiano della gauche parigina, denuncia un «testo giuridicamente sbilenco, che potrebbe essere censurato dal Consiglio costituzionale, e che solleva numerosi interrogativi». In particolare, «la maggioranza si orienta su un versante pericoloso con la redazione di questo testo che si apparenta di fatto a un delitto di ostacolo alla comunicazione governativa». La logica denunciata è che «i siti anti-Ivg devono lasciare il posto alla sola verità ammessa sul tema, quella del sito del governo». Quest’ultimo invoca delle verità scientifiche, ma «il problema è che la scienza stessa non ha una risposta inflessibile sul tema».

Questi riferimenti, ad esempio a proposito dei traumi psicologici post-aborto, sono dunque anch’essi criticabili. Anche la più nota associazione transalpina di difesa della libertà d’opinione su Internet, “Quadrature du net”, si è mostrata critica: la logica della bozza «attenta indiscutibilmente alla libertà d’espressione», la quale «non è fatta solo per quelli con cui siamo d’accordo».

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