mercoledì 6 settembre 2017
Il regime siriano ha impiegato armi chimiche in almeno quattro occasioni fra marzo e giugno del 2017, e fra queste c'è l'attacco del 4 aprile in cui morirono 83 persone.
Una piccola vittima del bombardamento chimico di Khan Sheikoun (Reuters)

Una piccola vittima del bombardamento chimico di Khan Sheikoun (Reuters)

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Il regime siriano ha impiegato armi chimiche in almeno quattro occasioni fra marzo e giugno del 2017, e fra queste c'è l'attacco del 4 aprile a Khan Sheikhoun, in cui l'aviazione siriana ha usato gas sarin. LA CRONACA

È quanto ha accertato la Commissione d'inchiesta dell'Onu, che lo riferisce nel suo 14esimo documento su violazioni dei diritti umani e crimini di guerra commessi in Siria, che riguarda il periodo compreso fra il 1° marzo e il 7 luglio. Da interviste e informazioni risulta che "un aereo Sukhoi 22 (Su-22) ha portato a termine quattro attacchi aerei a Khan Sheikhoun alle 6.45 ora locale", si legge nel documento. La Commissione aggiunge che "solo le forze siriane usano questo tipo di aereo".

Nell'attacco di Khan Sheikhoun, secondo gli investigatori dell'Onu, sono state usate tre bombe convenzionali e una chimica; sono morte 83 persone, fra cui 28 bambini e 23 donne; e sono rimaste ferite altre 293 persone, fra cui 103 bambini.

Nella zona sono stati trovati resti della bomba e, nonostante la Commissione non sia riuscita a determinare il tipo esatto di arma chimica utilizzata, "le parti sono compatibili con bombe di gas sarin realizzate dalla ex Unione sovietica".


L'organo Onu ha tenuto in considerazione le conclusioni raggiunte dalla missione di indagine dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac), secondo cui le vittime erano state esposte a gas sarin o a una sostanza simile al sarin, ma ha anche realizzato delle indagini proprie in modo indipendente. Ed è in questo ambito che sono giunte le conclusioni secondo cui, effettivamente, "i sintomi riportati dalle vittime è compatibile con l'esposizione al gas sarin", il che implica un crimine di guerra.

Gli altri tre attacchi con armi chimiche compiuti fra marzo e luglio dalle forze governative, di cui riferisce sempre la Commissione d'indagine Onu, sono avvenuti ad Al-Latamneh, nella regione di Ghouta est, e in due casi nel governatorato di Damasco, dove è stato utilizzato gas cloro.

Sempre secondo la Commissione Onu, con le tregue locali sono avvenute evacuazioni che equivalgono al "crimine di guerra dello spostamento forzato", come nei casi di Madaya e Barza, Fua e Kefraya, nonché Tishreen e Qabun.

Nello stesso rapporto, si criticano gli Usa per non aver "preso tutte le precauzioni" necessarie per proteggere i civili nel raid contro una moschea di Aleppo lo scorso marzo.



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