Un seggio blindatissimo a Kabul (Ansa)
È di almeno 67 i morti e oltre 120 i feriti, secondo fonti mediche e del ministero dell'Interno, il bilancio degli attentati che hanno segnato la giornata di voto per le elezioni legislative in Afghanistan. In tutto il Paese, ha dichiarato il ministero dell'Interno, sono stati segnalati in totale oltre 200, per la maggior porte con ordigni artigianali e razzi. Un giornalista dell'AFP ha visto gli elettori fuggire dopo un'esplosione in un centro elettorale nel nord della città, mentre altri hanno riferito di aver assistito ad altre esplosioni. "Ci sono morti e feriti a seguito di diverse esplosioni", ha detto un capo AFP del Ministero della Sanità della capitale.
Il ministero dell'Interno afghano ha invece ordinato il dispiegamento di altre 20.000 unità per la protezione dei seggi: sale così a 70.000 il numero di militari e agenti schierati per le parlamentari. Nella provincia di Kunar gli insorti taleban hanno anche sparato colpi di artiglieria sulle strade che conducono ai seggi, due le donne rimaste ferite, mentre un piccolo ordigno è esploso a Qarabagh, sobborgo di Kabul, a pochi metri dalla lunga fila di votanti in coda senza causare vittime.
Le elezioni di oggi, i cui risultati si avranno fra un mese, giungono dopo una campagna elettorale molto cruenta durante la quale sono state prese di mira soprattutto le donne. Il voto è stato, invece, rinviato di una settimana, dalla commissione elettorale, a Kandahar, provincia culla dei taleban, dopo il micidiale attacco di giovedì nel corso del quale sono stati uccisi il responsabile dei servizi afghani a Kandahar, generale Abdul Momin, il potente capo della polizia di Kandahar, generale Abdul Raziq e un cameraman della tv afghana "Rta". Il bersaglio era però il comandante statunitense della Nato, Scott Miller. Feriti invece il governatore della provincia, Zalmai Wesa, un comandante regionale dell’esercito, e almeno due americani.
Continuano, intanto, le minacce dei talebani che, in un comunicato diffuso venerdìi, tramite il sito web del cosiddetto “Emirato islamico dell’Afghanistan”, hanno detto che “intendono chiudere tutte le strade principali e secondarie del Paese nel giorno del voto in modo che tutti i cittadini restino a casa”. Nel testo, firmato dalla commissione militare del movimento fondato dal mullah Omar, si chiede ai cittadini afghani di boicottare il sondaggio, considerato un “processo americano”, in un paese che “da 17 anni è sotto l’occupazione diretta dell’America”.
I punti chiave
WOLESI JIRGA: nella Camera bassa del Parlamento siedono 250 deputati (uno dei 250 seggi è riservato ai Sikh) eletti con mandato quinquennale;
ELETTORI: sono poco di più 8,8 milioni (oltre 3 milioni sono donne), secondo i dati della Commissione elettorale indipendente;
CANDIDATI: sono oltre 2.500 e circa il 16% sono donne;
SEGGI: più di 5.000 dovrebbero poter aprire in 33 delle 34 province (a Ghazni il voto è stato rinviato);
SICUREZZA: il governo di Kabul ha annunciato che saranno dispiegate
54mila unità delle forze afghane, tra soldati e poliziotti;
RISULTATI: i provvisori dovrebbero essere annunciati a metà
novembre, per quelli definitivi bisognerà attendere un altro mese.