giovedì 26 settembre 2019
Le misure dopo le proteste dei giorni scorsi in Piazza Tahrir contro il governo del presidente Abdel Fattah al-Sisi. In manette anche attivisti e docenti universitari
Le proteste in Piazza Tahrir dei giorni scorsi (Ansa)

Le proteste in Piazza Tahrir dei giorni scorsi (Ansa)

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Sono oltre 1.900 le persone arrestate in Egitto nell'ultima settimana in seguito alle proteste contro il governo del presidente Abdel Fattah al-Sisi. Lo ha reso noto l'Ong egiziana Centro egiziano per i diritti economici e sociali. Secondo quanto riportato dal Guardian, le autorità egiziane hanno anche arrestato diverse figure di spicco dell'opposizione, nonostante non vi sia alcuna prova che fossero coinvolti in questa nuova ondata di dissenso. Le proteste in Egitto sono scoppiate dopo che l'imprenditore Mohamed Ali ha svelato, via social, una serie di casi di presunta corruzione all'interno dell'esercito egiziano. I suoi infuocati appelli sono riusciti tra venerdì sera e sabato a provocare le proteste in città quali Alessandria, Suez e Damietta, oltre che al Cairo, dove gruppi di manifestanti si sono riuniti sulla Piazza Tahrir, luogo simbolo delle proteste delle Primavere arabe. E domani si replica. Molti i volti noti finiti in manette. “Pubblicazione di false notizie per provocare violenze in collaborazione con i Fratelli Musulmani". Queste, in particolare, le accuse mosse dalla Procura per la sicurezza nazionale contro due noti docenti dell'Università del Cairo e attivisti politici e l'ex braccio destro di Mohammed el-Baradei, arrestati fra martedì e mercoledì. Lo ha reso noto la stessa Procura, aggiungendo che nei confronti dei tre è stato disposto un provvedimento di arresto preventivo di due settimane durante lo svolgimento delle indagini. I tre finiti in carcere sono i professori di Scienze politiche Hazem Hosni e Hassan Nafaa, entrambi molto critici del presidente Abdel Fattah al-Sisi, e Khaled Dawoud, ex leader del Partito della Costituzione (Dostour) di Baradei, che per un mese, nell'estate del 2013, fu vice presidente dell'Egitto. Le stesse accuse erano state mosse ieri all'avvocatessa Mahinour Masri, nota attivista per i diritti umani, fermata domenica. Anche per lei è stato deciso un arresto preventivo di due settimane.

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