venerdì 20 ottobre 2023
Una parte dei commando che il 7 ottobre ha attaccato Israele era sotto effetto di una droga sintetica prodotta in Libano e Siria, nota anche come 'la cocaina dei poveri'
Pasticche di Captagon sequestrate dalla polizia libanese in casse di té in foglie nel 2022

Pasticche di Captagon sequestrate dalla polizia libanese in casse di té in foglie nel 2022 - Archivio Ansa

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Una parte dei commando di Hamas che il 7 ottobre si è macchiato di efferatezze contro i civili israeliani a ridosso della Striscia di Gaza era sotto effetto di una droga sintetica nota come Captagon. La notizia è stata diffusa dalla televisione israeliana Canale 12, il cui giornalista Nir Dvori ha citato fonti militari. Tracce di Captagon, ha precisato, sono state rilevate fra i terroristi fatti prigionieri. Pillole di quel narcotico erano ancora nelle tasche di membri di Hamas rimasti sul terreno dopo i combattimenti. Si tratta, ha aggiunto la emittente, di una droga prodotta in Libano e Siria, nota anche come 'la cocaina dei poveri'. In passato è stata usata dal Daesh.

Sulle ceneri della Siria, distrutta da oltre dieci anni di guerra, sta crescendo l’ultimo narco-Stato del mondo. L’allarme era arrivato dal New York Times a inizio 2022, che, grazie a decine di interviste, aveva fatto luce su un traffico multimiliardario che oltrepassa ormai i confini del Paese mediorientale. Il prodotto di punta è proprio il Captagon, chiamato localmente Abu Hilalain «quello con due mezzelune», in riferimento alle due “C” contrapposte incise sulle pillole.

Il Captagon è un’anfetamina originariamente usata per curare il deficit di attenzione e la narcolessia. Si è assistito al boom di consumo tra i giovani delle petrolmonarchie del Golfo, con 250 milioni di pillole sequestrate solo nel 2021: 18 volte più di 4 anni fa. La pasticca costa poche decine di euro ma una sola «basta per ballare tutto il fine settimana», come raccontava al quotidiano statunitense un partecipante a un rave clandestino organizzato a Riad. Le autorità saudite hanno sempre accusato il Libano (e in maniera implicita Hezbollah) di fungere da punto di transito alle esportazioni illegali e da tempo hanno sospeso le importazioni di frutta e verdura provenienti dal Libano in seguito al sequestro di oltre 5 milioni di pillole dissimulate all’interno di melograni.

La fantasia dei trafficanti si è, infatti, sbizzarrita nel cercare sempre nuovi nascondigli per i maxi-carichi di Captagon: finti limoni e arance, pacchetti di spaghetti e finte torte.

Secondo il Centre for Operational Analysis and Research, i sequestri di Captagon avvenuti nel 2020 ammontavano a 3 miliardi di euro, trenta volte l’introito ricavato dalla prima esportazione lecita della Siria, l’olio d’oliva.

Anche l’Occidente è ormai invaso dalle pasticche. L’«affare», spiega ancora la testata americana, sarebbe gestito dal generale Maher al-Assad, fratello più giovane del presidente Bashar e comandante della Quarta Divisione corazzata, che ne sovrintende la produzione a Tartous e Homs e la distribuzione attraverso il porto di Lattakia. Nel traffico sono coinvolti anche uomini d’affari vicini al governo di Assad e colpiti dalla sanzioni Usa.

La Siria non è nuova al traffico di droga. Negli anni Novanta, la valle libanese della Beqaa, sotto controllo siriano, era il principale produttore di hashish nella regione. Ma è soprattutto a partire dal 2011, con l’esplosione della guerra civile, che il Paese si è lanciato nella produzione massiccia di stupefacenti, anche per risollevare un’economia in caduta libera come ora. I siriani ci trovavano, e ora ancor di più con la crisi economica ci trovano, un terreno particolarmente fertile: non solo materie prime facilmente reperibili e uno sbocco sulle rotte mediterranee verso l’Europa, ma anche una comoda situazione di caos. Il traffico non ha risparmiato l’Italia.

Nel luglio 2020 «il più grande sequestro di anfetamine a livello mondiale» è stato intercettato al porto di Salerno proveniente dalla Siria. La merce – ben 14 tonnellate (84 milioni di pastiglie) del valore di un miliardo di euro – è stata scoperta in tre container di cilindri di carta per uso industriale. Gli inquirenti avevano evocato anche un ruolo del Daesh, cui si sarebbero rivolte mafie locali trovatesi a corto di droghe tradizionali a causa del lockdown provocato dal Covid.

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