mercoledì 8 maggio 2019
Perseguitati per religione, politica, razza. Lo scorso anno il Canada ha accettato più rifugiati attraverso i programmi di ricollocamento dell'Onu di qualsiasi altro Paese al mondo
Il primo ministro canadese Justin Trudeau (Ansa)

Il primo ministro canadese Justin Trudeau (Ansa)

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Non è un caso che Asia Bibi, dopo l'assoluzione in Pakistan, abbia subito scelto il Canada come destinazione per lei e per la sua famiglia. Il Paese nordamericano, guidato da Justin Trudeau dal 2015, ha fatto dell’accoglienza ai rifugiati perseguitati per motivi religiosi o politici un motivo di orgoglio, soprattutto in contrapposizione con la chiusura dell’Amministrazione Trump al suo confine meridionale. Dal 2013, ad esempio, il Canada offre asilo a Rimsha Masih, protagonista di un caso eccezionale per le sue caratteristiche. Rimsha, una ragazza allora 14enne, con capacità intellettuali ridotte, secondo quanto segnalato da parenti e difensori, era stata accusata nell'agosto 2012 di avere bruciato alcune pagine del Corano.

Si trattò della prima minorenne a essere rinviata a giudizio per blasfemia. Nel novembre successivo, dopo alterne vicende legali, i giudici avevano archiviato il caso per palese mancanza di prove e accanimento nei suoi confronti, intimando l'arresto del suo persecutore. I rischi elevati di ritorsione avevano però consigliato l'espatrio con la famiglia, che avvenne rapidamente e senza clamore. E fu proprio il governo di Ottawa a farsi avanti, facilitando e accelerando le procedure di richiesta di asilo.

Molto più recente è il caso di un’altra adolescente, la 18enne saudita Rahaf Mohammed Qunun, che ha abbandonato la religione islamica e ed era per questo stata minacciata di morte dalla sua famiglia. La ragazza, fuggita da sola dal sue Paese, diretta in Australia, era stata fermata il 5 gennaio scorso nello scalo thailandese di Bangkok e aveva fatto appello alle Nazioni Unite per non essere rimpatriata. Una volta concessole lo status di rifugiata, l’Onu ha avviato quindi le ricerche per una nazione disposta ad accoglierla. Ancora una volta il Canada si è fatto avanti e da qualche settimana la giovane ha cominciato una nuova vita a Toronto. Noto anche il caso della cristiana Rimsha Masih, fuggita dal Pakistan dopo l'assoluzione da un analogo caso di blasfemia, come Asia Bibi: era stata accusata, nonostante disabile mentale, di aver incendiato una copia del Corano. Assolta, era stata costretta all'esilio per sfuggire ai fondamentalisti.

Più in generale, lo scorso anno il Canada ha accettato più rifugiati attraverso i programmi di ricollocamento dell'Onu di qualsiasi altroPaese al mondo, secondo una recente analisi condotta dell'Università di Calgary, superando gli Stati Uniti per la prima volta da quando i Paesi hanno iniziato a coordinare ufficialmente il reinsediamento dei rifugiati. Il Canada,con 36 milioni di abitanti, ha accolto circa 28mila rifugiati nel 2018, mentre gli Stati Uniti, con 325 milioni di abitanti, ne hanno accolti 24mila. Ottawa prevede di accoglierne 30mila quest'anno. Furono 47mila nel 2016, l’anno in cui il governo canadese avviò un programma di reinsediamento delle persone fuggite dalla guerra civile in Siria grazie una collaborazione fra agenzie pubbliche e sponsor privati.




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