mercoledì 19 dicembre 2018
Dal 2002, per 10 anni, l'ex presidente Usa ha garantito il suo sostegno a un ignaro bimbo nelle Filippine, mantenendo con lui una fitta corrispondenza, rivelata solo ora
Le lettere spedite dall'ex presidente George H.W. Bush a Timothy

Le lettere spedite dall'ex presidente George H.W. Bush a Timothy

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Anche dopo la sua morte l'ex presidente Usa George H.W. Bush continua a commuovere. L’esponente repubblicano, scomparso lo scorso 30 novembre, aveva infatti adottato un bambino filippino a distanza che ha sostenuto per 10 anni, anche scrivendogli lettere, ma senza rivelare mai di essere stato presidente degli Stati Uniti. La notizia, diffusa dalla Cnn, è stata confermata dal portavoce dell'ufficio di Bush senior, Jim McGrath. La sua prima lettera al bimbo, Timothy, ha la data del 24 gennaio del 2002. "Caro Timothy, voglio essere il tuo nuovo amico di penna. Sono un uomo anziano, di 77 anni, ma amo i bambini e anche se non ci siamo mai incontrati già ti voglio bene", scriveva Bush, firmando le lettere con lo pseudonimo di George Walker.

Timothy, che aveva 7 anni al momento dell’adozione a distanza, ha saputo solo a 17 anni che a sponsorizzarlo era stato l'ex presidente, eletto alla Casa Bianca nel 1988 per un solo mandato quadriennale. L’organizzazione Compassion International ha diffuso tramite la Cnn alcune delle lettere scritte da Bush. L’idea di intraprendere l’adozione arrivò durante un concerto di Natale del 2001 a Washington. La squadra che si occupava della sicurezza di Bush era preoccupata per la sicurezza del bambino: nessuno voleva che diventasse un obiettivo, nel caso in cui si fosse saputo che Timothy era in contatto con l’ex presidente degli Stati Uniti.

Secondo Wess Stafford, ex presidente di Compassion International, mantenere il segreto non è stato facile, anche perché l’ex presidente, nel raccontarsi al bambino, aveva a un certo punto iniziato a dare nelle lettere qualche particolare che, a una lettura attenta, avrebbe potuto portare sulle sue tracce. “Le sue lettere erano dolcissime”, sottolinea Stafford. Tra i primi involontari indizi, la fotografia del cane inserita in una delle lettere al bambino. “Il suo nome è Sadie e ha incontrato molte persone famose”, scriveva Bush, “è un cane molto buono ed è nato in Inghilterra. Cattura topi e scoiattoli e corre come il vento”.

Anche se non era permesso, l’ex presidente era solito mandate a Timothy dei regalini, soprattutto dopo aver scoperto che al bambino piaceva disegnare e colorare. In una delle lettere, Timothy ringraziava l’ex presidente per non essersi dimenticato di lui. Il bambino non ha mai saputo chi era il suo sponsor fino a quando, dieci anni dopo, il programma di adozione a distanza non si è concluso. “E’ stata la mia assistente Angie Lathrop a rivelarglielo”, racconta Stafford.

Timothy restò di stucco: non poteva credere che l’uomo che per così tanto tempo gli aveva scritto era stato in precedenza presidente degli Stati Uniti. Quella è stata però anche l’ultima volta in cui l’organizzazione ha avuto notizie del ragazzo, nonostante gli sforzi successivi per tornare in contatto con lui. “Anche se non sappiamo dove si trova, sappiamo che sta avendo successo nella vita. Adottare un bambino a distanza può incoraggiarlo e guidarlo a diventare un grande essere umano”.

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