venerdì 1 marzo 2019
Monsignor Luigi Ginami e il nunzio Gianni D’Aniello hanno raccontato la loro avventura nell’altra faccia del Gigante latinoamericano nell’instant book “Ivonette”
Il nunzio Gianni D'Aniello, a sinistra, e monsignor Luigi Ginami

Il nunzio Gianni D'Aniello, a sinistra, e monsignor Luigi Ginami

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“Il mare, diceva Santa Teresa di Calcutta, è fatto di tante piccole gocce. Mettiamoci anche la nostra, in modo da permettere a Dio, attraverso di noi, di continuare a stupire”. Si conclude con questa consapevolezza, apparentemente semplice, il viaggio nel Brasile dimenticato di monsignor Luigi Ginami e del nunzio Gianni D’Aniello. Due uomini di Chiesa fuori dagli schemi, come sottolinea Lucio Brunelli nella prefazione. Don Gigi, come ama farsi chiamare Ginami, non solo ha creato la Fondazione di solidarietà Santina, dal nome della madre, morta nel 2012. Il sacerdote visita periodicamente i progetti realizzati nel Sud del mondo, per vedere e toccarne con mano le ferite. Stavolta don Gigi ha invitato ad accompagnarlo il nunzio D’Aniello, che non s’è fatto pregare. Dalla loro avventura nell’altra faccia del Gigante latinoamericano è nato l’instant book “Ivonette”, pubblicato dall’Editrice Velar, nella collana Volti di speranza.

Maria Ivonete è una donna comune di Brasilia: per tutta la vita si è presa cura di un anziano, a cui è affezionata come una persona di famiglia. Eppure, un tragico giorno, il figlio dell’uomo ha fatto irruzione in casa sua e, in un raptus di follia, l’ha colpita con 18 pugnalate che solo per un soffio non l’hanno uccisa. Le cicatrici, però, percorrono l’intero corpo della donna.

“Toccare una cicatrice, vederla, significa partecipare di lei. Loro, le cicatrici sono lì e mi invitano ad entrare dentro, a conoscerle e a farle mie. Diciotto coltellate, diciotto pugnalate che urlano, gridano richiesta di senso, il “perché”, racconta monsignor Ginami. “Perché?”, l’eterna domanda di fronte al male. Invece di arrovellarsi in sterili elucubrazioni, i monsignori Ginami e D’Aniello stanno vicino a chi soffre. A Ivonete come ai disperati della discarica di Vila Princesa di Porto Velho in Rondonia: uomini, donne e bambini costretti a vivere fra la spazzatura. O le quaranta famiglie isolate nel cuore dell’Amazzonia, sulle rive del fiume Madeira. “Abbiamo camminato al fianco del Signore come i due discepoli di Emmaus – scrive monsignor D’Aniello - ignari molte volte di averLo accanto a noi”.

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