martedì 14 giugno 2022
Il ragazzino è rimasto vittima di un incidente domestico. La madre si oppone
Bimbo in coma. I giudici: «Si stacchi la spina»

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Archie Battersbee deve morire, come Alfie Evans e come Charlie Gard, i due bambini ai quali i dottori, sostenuti dai giudici, hanno rimosso i supporti vitali contro la volontà della famiglia. È questa la terribile conclusione dei giudici dell’Alta Corte londinese, che hanno dato luce verde ai medici del Royal London Hospital, che hanno in cura il ragazzino, affinché vengano staccati i supporti che l’hanno mantenuto in vita fino ad oggi.

Erano stati proprio i sanitari a rivolgersi alla magistratura, di fronte alla contrarietà dei genitori del bambino. Archie, dodici anni, di Southend-on-Sea, sud est d’Inghilterra, si trova in coma dallo scorso aprile, da quando la mamma l’aveva trovato con una corda attorno al collo, forse dopo una tragica sfida condotta online con gli amici. Nella sentenza, la giudice Justice Arbuthnot sostiene che «con ogni probabilità Archie può essere considerato morto».

Un punto di vista opposto a quello di Hollie Dance e Paul Battersbee, i genitori di Archie, convinti che il figlio sia ancora cosciente e sono ricorsi alla giustizia per impedire ai medici di spegnere il respiratore artificiale. La famiglia ha deciso di fare appello contro la sentenza dell’Alta Corte. «Sono devastata ed estremamente delusa», ha detto la mamma, Hollie Dance. «Non credo che ad Archie sia stato concesso abbastanza tempo ». «Il suo cuore batte ancora – ha spiegato –. Mi afferra la mano e, da madre, so che è ancora qui». Oltre settantamila persone hanno firmato una petizione per chiedere che Archie venga mantenuto in vita.

È all’esame del Parlamento britannico una nuova legislazione, la “Charlie Gard law”, che rafforza I diritti dei genitori nei casi in cui questi ultimi si oppongano ai medici che vogliono togliere ai loro figli i supporti vitali. Se la nuova normativa, che è stata curata da Connie e Chris, i genitori di Charlie Gard, verrà approvata, papà e mamma avranno il diritto di ricorrere alla mediazione e a comitati etici e indipendenti. La legislazione, che ha ottenuto un parere favorevole dalla Camera dei Lords, garantisce anche ai genitori di poter avere accesso a tutte le informazioni mediche sui figli e ottenere un secondo parere medico.

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