martedì 17 ottobre 2023
Sarebbe l'uomo che ieri sera ha sparato con un kalashnikov e rivendicato l'azione con un video. Nel 2020 il Belgio aveva respinto la sua richiesta di asilo e lui si era eclissato
Morto l'attentatore che ha ucciso 2 svedesi in nome dell'Isis. Due ricercati

Ansa

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È morto il sospetto killer dei due svedesi, l'uomo che in nome dell'Isis-Daesh ha sparato ieri sera in centro a Bruxelles e con un video ha rivendicato l'azione come "vendetta per i musulmani, odio in cambio di odio". Fermato stamani dopo uno scontro a fuoco con gli agenti nel quartiere Schaerbeek, è spirato durante il trasporto in ospedale. Era stato individuato dagli agenti in un bar. Due persone risultano ricercate. La polizia non esclude di trovarsi davanti a una piccola cellula terroristica.

"Appena ho visto il video con il suo volto, ho avuto la sensazione di averlo già incontrato da queste parti", ha raccontato un barbiere della zona. "Ieri notte la polizia lo cercava qui, già alle 2 tutta l'area era piena di agenti", ha aggiunto un altro testimone vicino a piazza Eugène Verboekhoven. Gli agenti verso mezzanotte avevano fatto una prima perquisizione nella casa dove il 45enne tunisino alloggiava ma di lui non c'era traccia. "La situazione era già difficile ma ora si farà ancora più complicata per tutti noi", rivela uno dei residenti.

Il Consiglio islamico del Belgio, l'organismo rappresentativo dei musulmani nel Paese, invita le autorità "a mostrare la massima fermezza per proteggere la nostra comunità nazionale e a far luce il più rapidamente possibile su questa importazione di conflitti che non ci riguardano". Da parte sua si impegna a raddoppiare gli sforzi "per contrastare questa ideologia mortale e il suo impatto devastante".

Abdesalem Lassoued, questo il nome del presunto attentatore, si era visto respingere la domanda di asilo. L'ha spiegato la segretaria di Stato per l'Asilo e la Migrazione. Nicole de Moor. "Aveva presentato una domanda di asilo nel nostro Paese nel novembre 2019. Ha ricevuto una decisione negativa nell'ottobre 2020 e poco dopo è scomparso dai radar. È stato ufficialmente cancellato dal registro nazionale del Comune il 12 febbraio 2021 e quindi non è stato possibile rintracciarlo per organizzare il suo ritorno. Non ha mai soggiornato in un centro di accoglienza federale. Non è mai stato presentato dalla polizia dopo un'intercettazione all'Ufficio stranieri per consentire il suo rimpatrio. Di conseguenza, l'ordine di lasciare il Paese, emesso nel marzo 2021, non è mai stato attuato".

L'attentato: il terrore jihadista torna nel cuore dell'Europa

Il terrore torna ad affacciarsi nel cuore politico dell’Europa. E questa volta sotto le spoglie di “lupi solitari”, estremisti islamici radicalizzati che agiscono di propria iniziativa, obbedienti al richiamo del jihad. Ancor più imprevedibili, se non più temibili, di un’organizzazione. Dopo l’accoltellatore dell’altro giorno che ha fatto irruzione in un liceo in Francia, uccidendo un insegnante, è toccato a Bruxelles.

Nel centro della capitale belga ieri sera un uomo ha aperto il fuoco con un kalashnikov uccidendo due persone (di nazionalità svedese) e provocando diversi feriti. Il tutto alla vigilia del Vertice Europeo dei 27 che si occuperà della crisi di Gaza, che ha ispirato il giovane attentatore che ha ucciso un professore nel liceo di Arras in Francia. Alla mente tornano anche i tragici fatti del 22 marzo 2016, quando Bruxelles fu insanguinata da una serie di attentati che causò 32 morti e 340 feriti. Firmati dell’Isis (Daesh).

Sull’attentato di ieri la rivendicazione è arrivata con un video dello stesso assassino. «Sono Abdeslam Jilani, mi sono vendicato per i musulmani. Ho ucciso tre svedesi ora (in realtà due, il terzo è ferito, ndr)». E poi: «Amiamo chi ci ama e odiamo chi ci odia. Si vive per la religione e si muore per la religione. Sono pronto a incontrare Dio felice e sereno». Il video è all’esame degli inquirenti, che dovranno verificarne l’autenticità, ma l’uomo inquadrato indossa gli stessi abiti del sospettato del duplice omicidio. Parla arabo con accento tunisino. E anche questa volta la polizia belga si muove sulla pista del terrorismo islamico, rinfocolato dai drammatici scontri in Medio Oriente. In Belgio l’allerta terrorismo è stata alzata, al livello 4.

Ma veniamo ai fatti. Il dramma si è consumato attorno alle 19.15 sul centralissimo boulevard du Neuvième de Ligne e Sainctelette. Testimoni citati dal sito del quotidiano Le Soir riferiscono di aver visto fuggire in scooter un individuo armato. Secondo alcuni, avrebbe sparato nell’atrio di un edificio e poi contro due persone in un taxi. Fonti di polizia hanno detto che l’attentatore, prima di far fuoco con un kalashnikov, ha urlato «Allah Akbar». Mentre scattava una gigantesca caccia all’uomo, sul posto sono arrivati numerosi i servizi di emergenza. Nelle immagini scattate da un residente della zona, si vede una persona che indossa una giacca arancione fluorescente e un casco bianco, con in mano un’arma, salire su uno scooter e fuggire.

Gli uccisi sono entrambi di nazionalità svedese. Ieri sera si disputava la partita di calcio Belgio-Svezia e, secondo informazioni riportate dai media, le due vittime indossavano le maglie della nazionale svedese. Gli obiettivi potrebbero non essere stati scelti a caso. In Svezia ci sono stati diversi episodi di tensione, soprattutto a Malmoe, che hanno visto coinvolti immigrati islamici delle periferie. Quelle magliette potrebbero essere state un facile bersaglio. L’allarme è poi scattato allo stadio: l’attentatore in fuga si sarebbe diretto verso lo stadio King Baudouin, dove era in corso la partita tra Belgio e Svezia, poi sospesa.

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