giovedì 5 marzo 2015
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Barba, baffi e burqa. Blu indaco. Non è un gioco di parole, ma la scena che si è presentata davanti a giornalisti e telecamere in una normale giornata a Kabul, capitale dell'Afghanistan. Una ventina di giovani uomini con indosso il burqa ha manifestato, in vista dell'8 marzo, per denunciare pubblicamente la condizione in cui vive la maggior parte delle donne. La dimostrazione è stata organizzata in collaborazione con un gruppo chiamato Volontari Afghani per la Pace.
"Le nostre autorità celebreranno la Giornata Mondiale della Donna in grandi alberghi, ma noi vogliamo portarla nelle strade" afferma Basir, 29 anni. "Uno dei modi migliori per capire come si sentono le donne è andare in giro indossando il burqa". Altri dimostranti sostengono di essersi sentiti "come in prigione". Sugli striscioni che portavano si legge: "Uguaglianza" e "Non dire alle donne cosa indossare, dovresti coprirti gli occhi". Imposto dal regime talebano negli anni Novanta, l'uso del burqa è comune in gran parte del paese, non solo nelle aree rurali. La strana marcia ha suscitato curiosità e riprovazione. Un poliziotto appare seccato: "Che significa? Tutte le donne della mia famiglia indossano il burqa. Non le lascerei uscire senza". Alcuni uomini ridono, altri sembrano confusi. Qualcuno dice che i diritti delle donne incoraggiano la prostituzione. Ma anche fra le donne c'è perplessità. "È una mossa degli stranieri per dare una cattiva immagine del burqa e dell'Afghanistan", critica Medina Ali, 16 anni, da sotto il velo nero che le lascia scoperti solo gli occhi. Si avvicina un'anziana, Bibi Gul: "Mio marito e mio figlio dicono che mi dovrei togliere il burqa. Ma io ci sono abituata. Lo porto da 35 anni".
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