giovedì 2 novembre 2023
Le opzioni e i rischi per l'esercito di Israele in uno scontro che appare molto duro
Gaza City devastata dai bombardamenti israeliani

Gaza City devastata dai bombardamenti israeliani - Ansa

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Come potrà evolvere l'offensiva di terra dell'esercizio israeliano a Gaza. Sono sei gli scenari possibili: eccoli.

1 Assedio o battaglia casa per casa

Per sconfiggere Hamas, Israele ha solo due alternative, entrambe rischiosissime: assediare il quadrilatero urbano di Gaza City, Beit Lahia, Beit Anoun e Jaballia o combatterci casa per casa. Una guerra d’assedio implica l’avere a disposizione molto tempo. Siamo che sicuri che Tel Aviv ce l’abbia? Il sistema economico nazionale sta patendo la mobilitazione dei riservisti. Guerreggiare per più di 2-3 mesi non è ipotizzabile, anche perché la pressione internazionale sta crescendo. Ecco perché si prospetta una guerra nelle città. Lo sostiene anche il generale Yakovleff.

2 Come a Grozny

Israele dovrà combattere come fatto dai russi a Grozny in Cecenia o dagli iracheni e americani a Mosul. Città ridotte in macerie al termine di bombardamenti incessanti. Tzahal ha pratica di combattimento urbano. Durante l’operazione “Margine di protezione” (2014) entrò brevemente a Gaza City (600mila abitanti). Vi perse molti uomini, perché il terreno favorisce i difensori. Hamas si dissimula fra i civili. Combatte senza segni distintivi. Come distinguere i suoi uomini dagli innocenti? Cemento, tunnel, civili e ostaggi sono lo scudo di Hamas. A Gaza, ognuno di essi può trasformarsi in trappola.

3 L'incubo di Falluja

Gli americani sono convinti che la battaglia di Gaza City assomiglierà a quella di Falluja (2004): uno scontro, in Iraq, fra sciami di insorti e falangi di marine, per dirla con il colonnello Michel Goya. Urbanisticamente le due città si assomigliano poco: l’irachena ha strade parallele e perpendicolari sulla quasi interezza della superficie, a profitto dei carri e della progressione. Gaza City è più angusta, problematica per i blindati pesanti. Assomiglia al quartiere Jolan o al sud-ovest di Falluja, anch’esso denso in suk e quartieri poveri. Un paradiso per i cecchini e per le imboscate.

4 La trappola irachena

La seconda battaglia di Falluja (7 novembre-23 dicembre 2004) è stata la più violenta della guerra d’invasione Usa dell’Iraq, paragonabile alla battaglia di Hué, (Vietnam). L’esercito Usa, senza pari al mondo, ha dovuto usare metodi draconiani per aver ragione di un quadrato di 5 chilometri per 5, tenuto da pochi insorti, senza armi moderne, ma fanatici e abilissimi nel piegare a proprio vantaggio lo spazio urbano. Diversamente dai russi a Grozny (1995), alla fine gli americani hanno vinto, fallendo però nella famosa strategia di manovra folgorante.

5 Scorte per resistere

Come a Falluja, a Gaza City i difensori resisteranno accanitamente. Sono armati meglio dei sadristi. Hanno scorte per mesi. Il successo di Israele dipenderà dalla resistenza alle perdite e dall’identificazione preliminare di un nemico bravissimo a guerreggiare in 3 dimensioni: una sotterranea, una di superficie e una sopraelevata. Un lavoro che richiederà un’esplorazione dei commando, abbinata a una copertura adeguata di fanti e genieri. Carri e mortai saranno al centro dell’azione, appoggiati dai droni, dai jet e dagli elicotteri. Si rischia così un’autentica ecatombe.

6 Il salvacondotto

Un’ipotesi di scenario che permetterebbe di fermare le ostilità è stata proposta anche da Gianandrea Gaiani. Il direttore di Analisidifesa ha individuato nell’evacuazione dei terroristi da Gaza un compromesso che eviterebbe un bagno di sangue. Hamas, Jihad Islamica e sigle minori potrebbero ricevere un salvacondotto e muovere verso paesi che già ospitano milizie ostili a Israele, come Iran e Siria. Un’operazione simile a quella effettuata con l’Olp di Arafat (1982). All’epoca, il leader e i miliziani ripararono a Tunisi, transitando da Beirut con la mediazione statunitense




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