Musk lancia l'Europa sovranista
di Redazione
Con un post visualizzato 60 milioni di volte, il proprietario di X e Tesla propone il programma Mega, cioè "Rendi di nuovo l'Europa grande" apppellandosi alle politiche di destra estrema

Si legge Mega, che sta per Make Europe great again, cioè “rendi di nuovi grande l’Europa” sul modello del programma di Trump che sostituisce la e di Europa con la a di America per il cui il motto del presidente Usa è Maga. Elon Musk entra di nuovo a gamba tesa nella politica del Vecchio Continente. Questa volta l'uomo più ricco del pianeta ha deciso di lanciare ufficialmente il movimento Mega per l'Europa. "Gente d'Europa: unitevi al movimento Mega", ha scritto in un post sulla sua piattaforma sabato. La frase era stata usata anche dal premier ungherese Viktor Orban l'anno scorso, quando aveva la presidenza di turno dell'Unione europea ma alla luce del ritorno alla Casa Bianca del tycoon ha tutto un altro peso. D'altra parte sono mesi che Musk lancia provocazioni e cerca di destabilizzare la politica euoropea: dal sostegno al partito estremista Afd - la cui leader Alice Weidel è stata anche invitata all'insediamento di Trump a Washington - definito la «miglior speranza per la Germania» alle dure accuse al premier britannico Keir Starmer bollato come un "essere spregevole" fino alla proposta di rinominare la Manica “Canale George Washington”, sulla falsa riga dell'idea trumpiana di ribattezzare il golfo del Messico in “d'America”.
E questo senza dimenticare le polemiche sollevata dal presunto saluto nazista all’insediamento del nuovo presidente della Casa Bianca, gesto che Musk ha negato di aver fatto e l'invito alla Germania a liberarsi dal suo senso di colpa per la Shoah e andare "oltre il suo passato". Le incursioni del miliardario sudafricano hanno irritato non pochi leader politici in Europa e la settimana scorsa l'Ue ha reagito intensificando le indagini sugli algoritmi di X. La Commissione europea ha, infatti, richiesto alla piattaforma di fornire una serie di documenti relativi ai "sistemi di proposte" ovvero quelli che suggeriscono agli utenti cosa leggere o seguire. Il proprietario della piattaforma ha risposto di essere un paladino della libertà di parola e ha accusato Bruxelles di censura. Intanto in patria il cosiddetto “first buddy” cioè il “più caro amico” di Trump continua ad allargare la sua sfera di influenza nell'amministrazione. Secondo il New York Times il segretario Usa al tesoro Scott Bessent avrebbe concesso a lui e ad altri membri del cosiddetto Dipartimento per l'efficienza governativa pieno accesso al sistema di pagamento federale. Se fosse confermato, riferisce l’Ansa il miliardario avrebbe un potente strumento per monitorare e potenzialmente limitare la spesa pubblica scavalcando il Congresso. Di recente il patron di Tesla ha attaccato proprio il dipartimento guidato da Bessent per non aver bloccato alcuni pagamenti ritenuti da Musk inutili.
Tornando al post di Musk per il lancio di Mega avrebbe ottenuto 60 milioni di visualizzazioni, con adesioni entusiaste dei leader sovranisti, il che rappresenta una contraddizione in termini, perché chi punta al dominio autarchico del proprio Paese certo non può sostenere una coalizione comunitaria.
E questo senza dimenticare le polemiche sollevata dal presunto saluto nazista all’insediamento del nuovo presidente della Casa Bianca, gesto che Musk ha negato di aver fatto e l'invito alla Germania a liberarsi dal suo senso di colpa per la Shoah e andare "oltre il suo passato". Le incursioni del miliardario sudafricano hanno irritato non pochi leader politici in Europa e la settimana scorsa l'Ue ha reagito intensificando le indagini sugli algoritmi di X. La Commissione europea ha, infatti, richiesto alla piattaforma di fornire una serie di documenti relativi ai "sistemi di proposte" ovvero quelli che suggeriscono agli utenti cosa leggere o seguire. Il proprietario della piattaforma ha risposto di essere un paladino della libertà di parola e ha accusato Bruxelles di censura. Intanto in patria il cosiddetto “first buddy” cioè il “più caro amico” di Trump continua ad allargare la sua sfera di influenza nell'amministrazione. Secondo il New York Times il segretario Usa al tesoro Scott Bessent avrebbe concesso a lui e ad altri membri del cosiddetto Dipartimento per l'efficienza governativa pieno accesso al sistema di pagamento federale. Se fosse confermato, riferisce l’Ansa il miliardario avrebbe un potente strumento per monitorare e potenzialmente limitare la spesa pubblica scavalcando il Congresso. Di recente il patron di Tesla ha attaccato proprio il dipartimento guidato da Bessent per non aver bloccato alcuni pagamenti ritenuti da Musk inutili.
Tornando al post di Musk per il lancio di Mega avrebbe ottenuto 60 milioni di visualizzazioni, con adesioni entusiaste dei leader sovranisti, il che rappresenta una contraddizione in termini, perché chi punta al dominio autarchico del proprio Paese certo non può sostenere una coalizione comunitaria.
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