Militari per le strade: Portland e Chicago ora si ribellano a Trump

Un tribunale dell’Oregon dice due volte «no» al tycoon che ordina l’intervento della Guardia nazionale a una protesta contro la stretta sui migranti. Ricorso pure da Illinois. Chicago vieta all’Ice l’accesso alle proprietà del Comune
October 7, 2025
Militari per le strade: Portland e Chicago ora si ribellano a Trump
Un arresto nel sobborgo di Brighton Park a Chicago da parte della polizia di frontiera che opera in collaborazione con gli agenti dell’Ice
«Quel giudice dovrebbe vergognarsi di sé stesso». Con queste parole il presidente Usa Donald Trump ha tuonato contro Karin Immergut, titolare del tribunale distrettuale dell’Oregon, che ha temporaneamente bloccato la decisone dell’Amministrazione di inviare a Portland, 200 agenti della Guardia nazionale del Texas. L’aveva nominata lui stesso nel 2018.
Il ricorso all’esercito è una costante del governo repubblicano. I militari sono stati dispiegati a Los Angeles, Washington e Memphis per contenere la criminalità e le proteste organizzate per dire “no” ai raid contro i migranti irregolari . Autorizzato anche l’invio di 300 riservisti a Chicago. Le forze armate sono state mobilitate pure al confine con il Messico e, in mare, per «eliminare» presunti trafficanti di droga sulle imbarcazioni al largo del Venezuela.
Parlando con i giornalisti, il tycoon, alle prese con la pesante tegola dello “shotdown” (la paralisi dei servizi federali per mancanza di copertura finanziaria), ha spiegato che la stretta militare su Portland, città dello Stato democratico dell’Oregon, era dettata dalla necessità di ripristinare l’ordine stravolto da «agitatori e insurrezionalisti» nei pressi di un dificio dell’Ice, l’Immigration and Customs Enforcement. Immergut gli ha però detto “no”. E per ben due volte.
L’altolà arrivato domenica sera è di fatti un ordine restrittivo che estende quello emesso il giorno prima quando, sollecitata da un appello dell’amministrazione locale, aveva sottolineato che le proteste in corso a Portland non erano «particolarmente violente o dirompenti» da giustificare la presenza di truppe della Guardia nazionale». Il suo stop a «qualsiasi trasferimento, federalizzazione o dispiegamento» in Oregon di agenti della Guardia Nazionale, di qualsiasi Stato o distretto, è però valido solo fino al 19 ottobre.
La Guardia Nazionale – composta in gran parte da riservisti che normalmente svolgono altri lavori civili – è di norma mobilitata dai governatori per gestire catastrofi naturali o disordini civili. In circostanze veramente straordinarie può tuttavia assumerne il comando la Casa Bianca. La querelle nasce dal fatto che Trump l’avrebbe utilizzata impropriamente per contenere situazioni critiche (o potenzialmente tali) negli Stati a trazione dem, contro la volontà del governo locale. Non a caso, le critiche più feroci il presidente le ha incassate dai governatori di Oregon e California, entrambi di sinistra, secondo cui le cosiddette «missioni di protezione federale», così le chiama il Segretario alla Difesa Pete Hegseth, sono un chiaro abuso di potere. «Un’aberrazione spaventosa della legge», ha tuonato su “X” il californiano Gavin Newsom che ambisce a conquistare la leadership dei democratici. La titolare dell’amministrazione dell’Oregon, Tina Kotek, ha accusato Trump di aver impiegato forze eccessive per soffiare sull’indignazione pubblica e legittimare l’invio di ulteriori truppe. «Ci risulta – ha denunciato – che abbiano influencer posizionati sul tetto dell’Ice di Portland ».
La questione è destinata ad arrivare alla Corte Suprema che, ieri, ha inaugurato il nuovo anno giudiziario. Intanto, l’Illinois ha presentato ricorso per impedire la mobilitazione dei riservisti a Chicago autorizzata dal tycoon. Il primo cittadino della città sul lago Michigan, Brandon Johnson, ha firmato un’ordinanza per istituire delle zone bandite agli agenti dell’Ice impegnati nelle retate contro i migranti irregolari. Vietato, dunque, l’uso di parcheggi e garage di proprietà comunale «come aree di sosta o basi operative per le attività di controllo dell’immigrazione». «Le nostre biblioteche non servono all’Ice per preparare un raid ma ai cittadini di Chicago per leggere e rilassarsi – si legge nel documento – I nostri parchi non servono all’Ice per installare posti di blocco, ma ai cittadini di Chicago per giocare e divertirsi».

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