Messico, silenzio contro la violenza
Il Movimento dei Focolari chiede ai messicani di pregare un minuto, alle 12 di ogni giorno, per fermare la sporca guerra dei narcos. La storia di Josè e della sua famiglia.
Non solo Iguala. La scomparsa dei 43 studenti è la cartina di tornasole del Messico della narcoguerra. In sette anni, oltre 120mila persone sono morte ammazzate, gli sfollati sono decine di migliaia, i desaparecidos più di 27mila. Tra loro c’è José (il nome è di fantasia per questioni di sicurezza), sparito nel settembre 2010 mentre tornava a casa al termine del turno di notte al lavoro. “Quando mi hanno chiamato per dirmi che non era rientrato, ho iniziato a tremare. Con le ultime forze sono a malapena riuscito ad offrire quel dolore a Dio”, racconta ad Avvenire la madre Berta. Insieme al marito Antonio, Berta è parte della comunità di Focolari di Ciudad Netza. “Lo abbiamo cercato dappertutto – aggiunge l’uomo -: negli ospedali, alla polizia, alla Croce Rossa, ovunque. Era un continuo riconoscere il volto di Gesù Crocifisso e Abbandonato in ogni “no” che incassavamo”. Ad acuire la sofferenza di Berta e Antonio era il disinteresse delle autorità. “Prendevano la nostra tragedia con una leggerezza impressionante, così abbiamo deciso di proseguire da soli”. Per oltre tre anni, questa coppia ha continuato a cercare instancabilmente il figlio perduto. “Poi, il 12 dicembre 2013, la Morenita (Vergine di Guadalupe, ndr) ci ha fatto il dono di farci ritrovare almeno il nostro José: il suo corpo era in una fossa comune. Almeno abbiamo potuto dargli una sepoltura degna”, conclude la madre. Questo giovane a cui una violenza insensata ha impedito di compiere 30 anni è, proprio come gli studenti di Iguala, un simbolo del Messico dolente. Che, in questi giorni, continua a scendere in piazza per chiedere al governo del presidente Enrique Peña Nieto di frenare i narcos. Anche i Focolari hanno espresso “ripudio e indignazione” per il quotidiano perpetrarsi della “desaparición”- Il movimento ha inoltre decido di lanciare un’iniziativa concreta per promuovere la pace in Messico. Ad ogni credente – di qualunque fede – viene chiesto di osservare un minuto di silenzio e preghiera per la pace, ogni giorno, alle ore 12. Un segno visibile e concreto di solidarietà con ogni persona che soffre. E di speranza: perché, a dispetto dei narcos, il futuro del Messico è nelle mani dei suoi cittadini.
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