L'ex presidente Joseph Kabila condannato a morte per «tradimento»
di Redazione
Il 54enne, fuggito dal Paese due anni fa, era accusato di aver aiutato i ribelli M23 a conquistare, con l'aiuto del Ruanda, le regioni orientali. Nel 2023 era ricomparso nell'Est occupato

Il cerchio si chiude: dopo aver preso il posto del padre assassinato, ora Joseph Kabila rischia il patibolo. Un tribunale militare della Repubblica democratica del Congo ha condannato martedì l'ex presidente Kabila a morte in contumacia per "tradimento". Joseph Kabila, 54 anni, che non era presente al processo nella capitale ne era rappresentato, è stato riconosciuto colpevole di complicità con il gruppo armato antigovernativo M23, che ha conquistato ampie zone dell'est congolese ricco di risorse con l'aiuto del Ruanda.
L'ex presidente ha lasciato il Paese nel 2023 ed è ricomparso brevemente a Goma, nell'instabile Nord Kivu a maggio, causando inquietudine a Kinshasa. Gli osservatori affermano che la condanna a morte mira a eliminare la possibilità che possa unire l'opposizione all'interno del Paese, nonostante la sua esatta ubicazione attuale sia sconosciuta.
La Repubblica democratica del Congo, devastata dalla violenza per oltre tre decenni, ha revocato la moratoria sulla pena di morte lo scorso anno, ma da allora non sono state eseguite esecuzioni. Il procuratore militare generale Lucien René Likulia aveva chiesto la pena di morte per Kabila, il cui partito aveva definito il procedimento "un processo politico". Likulia ha accusato l'ex leader di aver complottato per rovesciare il presidente Felix Tshisekedi e tra le altre accuse a suo carico figurano omicidio, tortura e stupro legati all'M23. Likulia ha affermato che Kabila, in coordinamento con il Ruanda, ha cercato di organizzare un colpo di stato contro Tshisekedi, in particolare con l'aiuto di Corneille Nangaa, che ha presieduto la commissione elettorale durante le elezioni presidenziali del 2018, vinte da Tshisekedi. Kabila ha governato il Paese tra il 2001 e il 2019, prendendo il potere in seguito all'assassinio del padre Laurent-Desiré Kabila. Durante la sua visita a Goma a maggio, Kabila ha incontrato i leader religiosi locali alla presenza del portavoce dell'M23, Lawrence Kanyuka.
Tshisekedi ha definito Kabila la mente del gruppo armato, mentre Kabila ha definito il governo di Tshisekedi una "dittatura". Il Ruanda nega di aver fornito sostegno militare all'M23, ma gli esperti delle Nazioni Unite affermano che il suo esercito ha svolto un ruolo "critico" nell'offensiva del gruppo.
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