L'aereo di Von der Leyen, perché la Guerra fredda ora comincia a scottare

Il chiaro avvertimento del Cremlino, con l'interferenza sul volo di Von der Leyen, arriva al culmine del conflitto in Ucraina e dello stallo nei negoziati tra Kiev, Washington e Mosca
September 1, 2025
L'aereo di Von der Leyen, perché la Guerra fredda ora comincia a scottare
Reuters | La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen
«Non credo mai a una notizia finché non viene smentita ufficialmente» usava dire il grande giornalista investigativo americano Gavin MacFayden. Così ieri Mosca ha negato qualsiasi coinvolgimento con i disturbi elettronici all’aereo di Von der Leyen. Ergo? Si è trattato di un segnale chiarissimo, arrivato quasi in contemporanea l’altro giorno con una dichiarazione del portavoce di Putin, DmitriJ Peskov: «Il partito della guerra europeo mantiene la sua tendenza principale e questo non rassicura». Un po’ come il polonio di un tempo somministrato nel tè delle spie. Mosca ha dimostrato di poter fare male, alzando il livello della guerra ibrida che combatte da anni. Ha dimostrato, senza mai realmente mettere in pericolo la presidente della Commissione Ue, che potenzialmente potrebbe mandare in tilt tutto il trasporto aereo europeo. E in queste ore, cancellerie in testa compresa quella italiana, e tante compagnie aeree stanno correndo ai ripari elettronici della “contro-guerra” per spuntare lo strumento russo che colpisce il Gps.
Ma le maniere per danneggiare il nemico in una guerra ibrida sono molteplici, lo insegnano i romanzi di spionaggio, ma quasi sempre la realtà: attentati a oleodotti, aerei misteriosamente abbattuti o esplosi in volo, treni deragliati. Senza contrare le brigate di hacker che violano e mandano i tilt sistemi informatici sofisticati.
Perché la cyber guerra è solo una goccia nel mare della guerra sottotraccia che si combatte dalla caduta del Muro e che viene alla luce solo con le tragedie che non si possono nascondere. Questo Donald Trump, che applaude sul tappeto rosso Putin, e i leader europei lo sanno benissimo. E gli “investimenti” Nato e della Ue (che solo lo scorso anno hanno speso per la Difesa 343 miliardi di euro) sono in parte assorbiti anche da questo. Perché la Guerra fredda 2.0 non la scopriamo certo ora, al culmine del conflitto in Ucraina e dello stallo (indotto) nei negoziati.

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