L'accordo tra Londra e Parigi sui migranti non funziona
Un uomo che il Regno Unito aveva rimandato in Francia nell'ambito dell'iniziativa "one in, one out" è tornato indietro. I Tory ventilano espulsioni anche di chi ha regolare permesso

Il piano di cooperazione tra Francia e Regno Unito sulla gestione dell’immigrazione irregolare non funziona. Si tratta del programma «one in, one out» (uno dentro, uno fuori), una sperimentazione attivata a luglio scorso in vigore fino al prossimo luglio. Il principio che la caratterizza è la reciprocità tra Londra e Parigi: per ogni persona fermata in territorio britannico perché senza visto, approdata sull’isola a bordo di piccole imbarcazioni gestite dai trafficanti di esseri umani, Londra si impegna ad accogliere un numero pari di persone che hanno già presentato formale richiesta di asilo a Parigi.
Finora sono 42 persone i migranti che le autorità britanniche hanno rimandato in Francia nell’ambito di questa iniziativa. Uno di questi è però tornato indietro, sempre in modo irregolare, sbarcando di nuovo sulle coste inglesi del Kent come la prima volta. La Bbc ha ricostruito che l’uomo, di origine iraniana, era stato arrestato il 6 agosto, rimpatriato il 19 settembre e rientrato nel Regno Unito il 18 ottobre. Tempistica confermata dal ministero degli Interni. Parlando dei presunti abusi subiti dai trafficanti in territorio francese ha raccontato: «Mi trattavano come un oggetto senza valore, mi hanno costretto a lavorare, mi hanno maltrattato e puntato una pistola addosso, dicendomi che mi avrebbero ucciso se avessi protestato anche solo un po’».
Maddie Harris, fondatrice e direttrice dell’organizzazione Humans For Rights Network, che di recente ha visitato richiedenti asilo rimandati in Francia nell’ambito del programma, ha affermato di aver raccolto diverse testimonianze di richiedenti asilo, oggi Oltremanica, che raccontano di sfruttamento e violenza da parte dei trafficanti nel nord della Francia. Il Ministero dell’Interno francese ha negato che le condizioni per i migranti tornati sul continente siano difficili affermando che i rimpatriati vengono accolti e valutati, e che chi accetta di tornare volontariamente nel proprio Paese d’origine viene trasferito in centri di preparazione al rimpatrio.
Il controllo dei confini è un tema molto caro al premier britannico Keir Starmer (quasi quanto lo è per l’opposizione Tory) che oggi ha annunciato sanzioni contro le reti di criminali dei Balcani che aiutano i migranti a raggiungere il Regno Unito, per esempio, vendendo passaporti falsi o fornendo attrezzature, compresi i motori, per i gommoni utilizzati nelle traversate della Manica. E’ stato appena certificato che, quest’anno, il numero degli arrivi irregolari - oltre 36.800 – ha superato il totale del l’intero totale del 2024. Dati di cui l’esecutivo laburista accusa «il precedente governo».
I conservatori, da parte loro, ventilano l’idea di deportazioni di massa anche per chi ha il permesso legale di vivere nel Regno Unito. La proposta della deputata Katie Lamy è revocare retroattivamente il diritto di soggiorno a chi percepisce sussidi statali e commette reati, perché la residenza Oltremanica sia «culturalmente coerente».
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