La Lituania alle prese con la guerra ibrida blinda il confine con la Bielorussia

Troppi sconfinamenti di palloni aerostatici, sospettati di mappare il territorio. La premier: prenderemo tutte le misure per fermare gli attacchi. E evoca l'utilizzo dell'articolo 4 della Nato
October 27, 2025
La Lituania alle prese con la guerra ibrida blinda il confine con la Bielorussia
La frontiera tra Russia e Bielorussia a Polowce Pieszczatka , la nuova cortina di ferro, 16 gennaio 2025.ANSA/Mattia Bernardo Bagnoli
La Lituania ha chiuso il confine con la Bielorussia. La decisione è arrivata ieri e la motivazione ufficiale sono i numerosi sconfinamenti dei palloni aerostatici utilizzati per il contrabbando di sigarette che, negli ultimi quattro giorni, hanno provocato la chiusura dell’aeroporto internazionale di Vilnius, che si trova ad appena trenta chilometri dalla frontiera. Ma il governo li ha classificati come un vero e proprio strumento di guerra ibrida. Si usa il traffico illegale di tabacco per creare una situazione di crescente tensione, accompagnata dalla possibilità che quei palloni, utilizzati apparentemente per trasporti illegali, stessero anche mappando il territorio. Il disagio è amplificato dalle incursioni di droni e razzi russi che, fra settembre e ottobre, hanno fatto sentire la loro presenza su tutto il lato est della Nato, dando luogo a un allarme che ha investito tutto il vecchio continente. Il governo lituano ha fatto sapere che lo spazio aereo è stato chiuso "a tempo indeterminato".
La premier, Inga Ruginiene, dopo la riunione del consiglio di sicurezza, ha fornito ulteriori dettagli che hanno portato a questa decisione. «In questo modo – ha spiegato ai giornalisti - mandiamo un segnale alla Bielorussia e diciamo che qui non sarà tollerato alcun attacco ibrido, prenderemo tutte le misure più severe per fermare tali attacchi». Non è finita. La Lituania non ha escluso il ricorso all’articolo 4 del Trattato dell’Alleanza Atlantica, secondo il quale è possibile richiedere colloqui «ogniqualvolta, a giudizio di uno di essi, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti sia minacciata».
La procedura, ignorata per lungo tempo, con l’eccezione della Turchia, sta vivendo un inquietante revival dall’estate scorsa quando, nel giro di pochi giorni, Polonia ed Estonia se ne sono avvalse in seguito a episodi ripetuti di sconfinamento da parte di caccia e droni russi sui loro cieli nazionali. Anche la Danimarca, che questo mese ha ospitato un importante vertice europeo, ha ipotizzato di avvalersi di questa possibilità. da parte sua, Minsk ha condannato la decisione della Lituania di chiudere i confini con la Bielorussia, definendola «una provocazione volta a giustificare le politiche anti-bielorusse e ad ampliare le sanzioni».
La Lituania, però, si trova in una condizione particolarmente complessa, per più motivi. Il primo è di ordine geografico. Fra le repubbliche baltiche è quella che condivide il confine più lungo con l’ex blocco sovietico, circa 700 chilometri con la Bielorussia. E, soprattutto, confina con la exclave russa di Kaliningrad, esattamente dove Mosca, secondo molti analisti, avrebbe in mente di costruire un territorio per garantire una continuità territoriale. A questo si deve aggiungere il fatto che, per grandezza dell’economia e capacità militare, la Lituania è considerata più debole e vulnerabile rispetto ad altri Paesi dell’area, quindi un potenziale “ventre molle” in cui colpire.

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