Il Daesh «firma» il massacro dei copti nel deserto
di Redazione
C'è la rivendicazione. Un commando aveva fermato bus di pellegrini diretti a un monastero: quando hanno rifiutato di convertirsi, li hanno uccisi. Molti bimbi tra i 29 morti. Ancora raid sulla Lib

A ventiquattr'ore dal massacro il Daesh ha rivendicato la strage di copti nel deserto egiziano.
35 morti nel raid contro a tre pullman di cristiani avvenuto ieri mattina nell'ovest dell'Egitto. Le vittime sono pellegrini copti che erano diretti al monastero di Anba Samuel, sulla rotta desertica a ovest dell'Alto Egitto. Tra loro c'erano molte famiglie con bambini.
Il dolore di papa Francesco
«Profondamente addolorato per aver appreso del barbaro attacco in Egitto, delle tragiche morti e dei feriti che ha causato questo atto di odio insensato, papa Francesco esprime la sua solidarietà a tutti coloro che sono stati colpiti da questo violento oltraggio». E' quanto si legge in un telegramma al presidente Abdel al-Sisi che porta la firma del cardinale segretario di Stato della Santa Sede, Pietro Parolin. «Pensando in modo particolare a quei bambini che hanno perso la vita, Sua Santità affida le anime dei defunti alla misericordia di Dio. Assicura alle loro famiglie in lutto e a tutti coloro che sono stati feriti le sue preghiere e invoca la sua continua intercessione per la pace e la riconciliazione in tutta la nazione».

L'attacco è avvenuto alla vigilia del primo giorno del Ramadan, il mese sacro di preghiera e digiuno per gli islamici. Dar al Iftaa, l'autorità egiziana che emette gli editti religiosi (fatwa), ha però cancellato le celebrazioni previste per la vigilia dell'inizio del Ramadan, dopo l'attacco ai copti. Lo scrive il sito del quotidiano filogovernativo egiziano al Ahram, precisando che il Gran Mufti, Shawqi Allam, a capo di Dar al Iftaa, ha condannato la strage.
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