Con i loro occhi: in mostra le fotografie dei ragazzi dell'isola
Una quarantina di giovani, sostenuti a distanza dall'Italia, hanno cercato e raccontato per immagini una autentica rarità: una cosa bella

Ogni sabato mattina, Dukens, 18 anni, va a fare il bagno al mare in una spiaggia fuori dalla città, nel Sud di Haiti. È il momento più spensierato della sua settimana. Woodley, 16 anni, ama invece passare i pomeriggi con tre suoi compagni di scuola. Insieme giocano e studiano. Franklin, 17 anni, ogni giorno attende il momento in cui potrà dare da mangiare del riso a tre colombe, diventate animali quasi domestici. Per tutti e tre la quotidianità è segnata dall’azione delle gang che controllano buona parte dei loro quartieri, dalla miseria, dalle armi nelle mani di tanti coetanei. Tutti aspetti prevalenti in ogni notizia o narrazione di Haiti. Eppure, la loro vita va avanti. Ed esistono anche momenti di bellezza. Metterli in luce e sottolinearli è l’obiettivo di un progetto realizzato da Avvenire e Fondazione Avvenire in collaborazione con Fondazione Avsi, che nel Paese opera dal 1999. Dukens, Woodley, Franklin sono stati i protagonisti del progetto insieme a un’altra quarantina di ragazze e ragazzi. Sono i giovani sostenuti a distanza da Avsi, accompagnati da operatori locali e internazionali con un sostegno economico e con percorsi di formazione e scolastici.
A loro è stato chiesto di raccontare una cosa bella delle loro giornate attraverso alcuni scatti fotografici realizzati con il cellulare. Prima, hanno partecipato a momenti di formazione proprio sulla fotografia. «Alcuni dei ragazzi sono stati proprio entusiasti del progetto – racconta Anna Zamboni, di Avsi–. Il contesto in cui si trovano a vivere è drammatico e la proposta di fotografare qualcosa di prezioso per loro li ha portati a condividere riflessioni importanti. Qualcuno ha addirittura detto che da grande vorrebbe proprio fare il fotografo». Alcune delle loro immagini saranno protagoniste di una mostra che verrà presentata il 26 settembre alle 18 alla Facoltà teologica di Torino (Via XX Settembre, 83) nel contesto del Festival della Missione e poi visitabile sino al 12 ottobre.«Guardare la realtà di Haiti con gli occhi dei ragazzi è prezioso - dice ancora Zamboni –. Penso alla foto di una ragazza in cui si vede una donna accanto ad un tavolo pieno di banane e cocco. Nella didascalia ha scritto che vendere frutta è il lavoro di sua mamma e che quell’immagine le dà la forza e la motivazione per impegnarsi a scuola. Un altro ragazzo ha ritratto una zona del suo quartiere che a differenza di tutte le altre è pulita, non ha spazzatura perché i cittadini se ne prendono cura. Per lui quella foto rappresenta la bellezza». Le immagini dei ragazzi e delle ragazze saranno anche sul calendario di Avvenire del 2026. «Loro sanno come Haiti viene raccontata di solito, tra violenza e povertà – conclude Zamboni – lo vivono tutti i giorni sulla loro pelle. Sono contenti di mostrare anche un altro lato della realtà
A loro è stato chiesto di raccontare una cosa bella delle loro giornate attraverso alcuni scatti fotografici realizzati con il cellulare. Prima, hanno partecipato a momenti di formazione proprio sulla fotografia. «Alcuni dei ragazzi sono stati proprio entusiasti del progetto – racconta Anna Zamboni, di Avsi–. Il contesto in cui si trovano a vivere è drammatico e la proposta di fotografare qualcosa di prezioso per loro li ha portati a condividere riflessioni importanti. Qualcuno ha addirittura detto che da grande vorrebbe proprio fare il fotografo». Alcune delle loro immagini saranno protagoniste di una mostra che verrà presentata il 26 settembre alle 18 alla Facoltà teologica di Torino (Via XX Settembre, 83) nel contesto del Festival della Missione e poi visitabile sino al 12 ottobre.«Guardare la realtà di Haiti con gli occhi dei ragazzi è prezioso - dice ancora Zamboni –. Penso alla foto di una ragazza in cui si vede una donna accanto ad un tavolo pieno di banane e cocco. Nella didascalia ha scritto che vendere frutta è il lavoro di sua mamma e che quell’immagine le dà la forza e la motivazione per impegnarsi a scuola. Un altro ragazzo ha ritratto una zona del suo quartiere che a differenza di tutte le altre è pulita, non ha spazzatura perché i cittadini se ne prendono cura. Per lui quella foto rappresenta la bellezza». Le immagini dei ragazzi e delle ragazze saranno anche sul calendario di Avvenire del 2026. «Loro sanno come Haiti viene raccontata di solito, tra violenza e povertà – conclude Zamboni – lo vivono tutti i giorni sulla loro pelle. Sono contenti di mostrare anche un altro lato della realtà
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