Attacco sul bus a Gerusalemme Est. Israele sotto choc

Sei i morti. I due attentatori, armati di mitragliatori fai-da-te, provenivano dall'area di Ramallah. Hamas nega il coinvolgimento: «Risposta ai crimini di Israele». Salta il processo a Netanyahu
September 7, 2025
Attacco sul bus a Gerusalemme Est. Israele sotto choc
ANSA | Il premier Netanyahu sul luogo dell'attentato
È di sei morti e 11 feriti, sei dei quali in gravi condizioni, il bilancio di sangue dell’attacco terroristico che ha colpito questa mattina Gerusalemme. Intorno alle 10.30 due uomini che secondo le prime informazioni diffuse dalla polizia provenivano dall’area di Ramallah, in Cisgiordania, hanno aperto il fuoco sui passeggeri del bus n° 62 che si trovava presso il crocevia di Ramot.
I terroristi, che hanno agito utilizzando due mitragliatori artigianali “Carlo”, sono stati uccisi da un soldato e un ultra-ortodosso armati che si trovavano sulla scena. «Mi trovavo sul bus, era strapieno. Appena l’autista ha aperto le portiere i terroristi sono saliti a bordo. È stato terribile. Mi trovavo vicino alle portiere del retro. Sono caduta sulle altre persone e mi sono salvata, fuggendo. È seguito uno scontro a fuoco indescrivibile, non riesco a credere di essere ancora viva», ha raccontato una donna che preferisce non essere identificata all’emittente Channel 12.
Durissime fin da subito le reazioni dei rappresentanti politici israeliani: «Non c’è differenza fra Gaza e Jenin, fra Khan Yunis e Ramallah. Ovunque il nemico vuole solo ucciderci. Davanti a una realtà simile l’unica soluzione è: conquista, espulsione e occupazione della Cisgiordania», ha commentato Limor Son Har-Melech, deputato del partito di estrema destra Otzma Yehudit.
Hamas, che ha rigettato qualsiasi diretta responsabilità nell’attacco, ha tuttavia celebrato “l’eroica operazione”. «Affermiamo che questa è la risposta naturale ai crimini dell’occupazione e alla guerra di sterminio contro il nostro popolo». Il movimento islamista ha inoltre chiesto agli abitanti della Cisgiordania di «espandere il confronto con le forze di occupazione e i coloni».
Il vice-ministro degli Esteri Sharren Haskel ha condannato l’attacco sottolineando «l’importanza di armare i civili».
Nel frattempo l’esercito israeliano ha circondato diversi villaggi alla periferia di Ramallah. Secondo le forze di sicurezza i due omicidi proverrebbero da al-Qubeiba e Qatanna. «Siamo in un'operazione di inseguimento e accerchiamento dei villaggi da cui provenivano i terroristi. Raggiungeremo tutti coloro che li hanno aiutati, chi li ha mandati», ha detto Netanyahu, come riferisce il suo ufficio, durante la visita sul luogo dell'attentato a Gerusalemme. «Lo Shin Bet, l'Idf hanno sventato centinaia di attentati quest'anno, ma purtroppo non questa mattina», ha affermato. «Voglio dirlo nella maniera più chiara: questi attentati non ci indeboliscono. Al contrario aumentano la nostra determinazione a completare le missioni che ci siamo assunti, sia a Gaza, sia in Cisgiordania, ovunque».
Il premier Netanyahu avrebbe in mattinata dovuto testimoniare nel processo che lo vede imputato per corruzione. La corte distrettuale di Gerusalemme ha cancellato la seduta prevista per oggi. Presente al crocevia di Ramot anche il ministro della sicurezza Ben-Gvir. «Stiamo cercando di capire come siano arrivati fin qui e chi sia coinvolto nell’attentato», ha dichiarato il commissario Shlomi Bachar.
Gerusalemme e i territori della Cisgiordania sono separati da un fitto apparato di muri, sistemi di sorveglianza e check point. L’attentato cade in un momento cruciale della guerra di Gaza. Ieri Hamas aveva dichiarato di esser disposto a cominciare subito a discutere la proposta di cessate il fuoco annunciata dal presidente Trump, saltando i normali canali negoziali. «Stiamo negoziando profondamente con Hamas», aveva dichiarato sabato il tycoon.
I morti e i feriti di Gerusalemme avranno severe conseguenze anche sui territori occupati della Cisgiordania. Solo grazie a un fermo intervento degli Emirati Arabi Uniti, la settimana scorsa, sono state “sventate” le discussioni ufficiali del governo sull’ipotesi di una quasi totale annessione della Cisgiordania, pronta e feroce risposta al riconoscimento dello Stato di Palestina che avverrà a fine mese durante l’Assemblea generale dell’Onu da parte di un gruppo di Paesi guidati dalla Francia.
Chi sono le vittime
Le autorità israeliane hanno reso noti i nomi di quattro delle sei vittime dell'attentato di questa mattina a Gerusalemme nord. Si tratta del rabbino Levi Yitzhak Fash, addetto alla manutenzione della yeshivà Kol Torah nel quartiere Ramot; Yaakov Pinto, residente a Gerusalemme di 25 anni; il rabbino Israel Menatzer, di Ramot, 28 anni; il rabbino Yosef David, di 43 anni. Yaakov Pinto era un nuovo immigrato dalla Spagna e si era sposato da poco. La morte di quattro delle vittime è stata dichiarata direttamente sul luogo dell'attentato.

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