Alla fine l'Ue ha trovato un accordo sul clima

di Giovanni Maria Del Re, Bruxelles
Dopo 18 ore di negoziati, i Ventisette trovano l’intesa: riduzione del 90% delle emissioni entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990. Un compromesso raggiunto tra richieste di flessibilità e timori per l’impatto economico, con l’Italia protagonista nel negoziato
November 5, 2025
Alla fine l'Ue ha trovato un accordo sul clima
>>>ANSA/ CLIMA, DANNI IRREVERSIBILI, MA ANCORA POSSIBILE INTERVENTOepa04736228 (FILE) A file photo dated 02 March 2012 shows steam and fumes emerging from the brown coal-fired power plant Niederaussem operated by RWE near Bergheim, Germany. Global carbon dioxide concentrations surpassed 400 parts per million in March 2015 for the first time since tracking began, a US government agency announced on 06 May 2015. The rise is largely attributed to humans burning fossil fuels, said the US National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA). Since pre-industrial times, global carbon dioxide concentrations have risen more than 120 parts per million, with half of that rise occurring since 1980. Carbon dioxide emissions are used as one indicator of climate change. EPA/OLIVER BERG
È stata una lunga notte, con diciotto ore di negoziati fino alle quattro del mattino. Alla fine il compromesso è arrivato e così, a pochi giorni da Cop30 in Brasile, i Ventisette hanno potuto accordarsi sull’obiettivo di riduzione delle emissioni di Co2 per il 2040. Come previsto, è rimasta la cifra proposta dalla Commissione Europea a luglio, vale a dire un taglio del 90% rispetto alle emissioni del 1990, in vista della neutralità climatica nel 2050 che è già legge Ue in vigore. «Ritengo – ha commentato per la presidenza di turno il ministro dell’Ambiente danese Lars Aagaard - che si tratti di un compromesso molto valido e solido, il migliore che potessimo raggiungere collettivamente. E non è una cosa da poco». «Stiamo aggiungendo prevedibilità al sistema – ha commentato anche il commissario al Clima Wopke Hoekstra - cosa di cui c’è davvero bisogno, e stiamo facendo qualcosa che rafforza concretamente la nostra posizione a livello internazionale, perché tutti riconosciamo che c’è molto da fare in casa nostra, ma altrettanto importante, se si guardano i numeri, è ciò che dobbiamo ottenere a livello internazionale«. L’accordo è stato raggiunto a maggioranza qualificata con il no di Polonia, Slovacchia e Ungheria (che ritengono insostenibile l’obiettivo del 90%) e l’astensione di Belgio e Bulgaria. Da sottolineare che la partita non è finita: quella approvata dai 27 ministri è la posizione negoziale degli Stati membri, in vista del negoziato con il Parlamento Europeo (l’altra istituzione legiferante Ue) che non si preannuncia facile.
La grossa battaglia si è giocata sulla flessibilità, la possibilità di revisione, e anche il nuovo sistema di scambio di emissioni Ets2 che include anche le emissioni di Co2 di edifici e trasporti (esclusi dall’attuale Ets) e per questo molto controverso. Con l’Italia che ha avuto un ruolo importante in una sorta di improvvisata «coalizione» di una decina di Paesi che a lungo hanno fatto muro, portando così al prolungarsi del negoziato. Sul fronte della flessibilità, alla fine l’hanno spuntata gli Stati che chiedevano una cifra più elevata del 3% di «sconto» proposto dalla Commissione che si può ottenere acquistando crediti di emissione da Paesi terzi (sulla base di progetti di lotta al cambiamento climatico molto solidi). L’Italia ha inoltre ottenuto un altro risultato: il riconoscimento del ruolo degli e-fuel e biocarburanti nella riduzione delle emissioni. Infine, è stata anche deciso il rinvio di un anno, dunque al 2028, dell’applicazione dell’Ets2 con anche, ha assicurato Hoekstra, «una revisione degli elementi fondamentali del quadro di attuazione dell'Ets». Entro fine 2025 la Commissione presenterà proposte, ha aggiunto, che «affronteranno le preoccupazioni relative a prezzi troppo elevati o volatili, in modo da garantire un avvio ordinato del mercato e una traiettoria dei prezzi prevedibile attraverso un sistema di stabilizzazione dei prezzi più solido». Anche questo un elemento positivo per Roma. Soddisfatto, naturalmente, il ministro per l’Ambiente e la sovranità energetica Gilberto Pichetto Fratin. «È un compromesso buono - ha dichiarato - che accoglie le istanze presentate dall'Italia». Compromesso anche su un altro fronte, quello, nel quadro Onu, dell’obiettivo di riduzione di Co2 nel 2035, da portare al Cop30 la prossima settimana. Visto che in questo caso era richiesta l’unanimità, i ministri non hanno potuto accordarsi su una cifra secca ma solo ribadire la «forchetta» già indicata in una dichiarazione di intenti a settembre, e cioè 66,25% e il 72,5%.

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