lunedì 7 novembre 2016
Almeno 3 bombardamenti aerei oggi per coprire l'avanzata delle Forze democratiche siriane, annunciata ieri. Impegnati sul terreno anche 50 strateghi delle forze speciali statunitensi
Siria, raid su Raqqa dopo l'inizio dell'offensiva arabo-curda
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Mentre la morsa si sta serrando su Mosul, ultimo bastione del Daesh in Iraq, le forze arabo-curde sostenute dagli Stati Uniti proseguono l'offensiva per la riconquista di Raqqa, roccaforte del Daesh in Siria. Distanti in linea d'aria 400 chilometri, Mosul e Raqqa sono le due ultime grandi città controllate dal Daesh che ha ormai perso la maggior parte dei territori conquistati nel 2014 in Siria e in Iraq. Nella giornata di oggi su Raqqa sono stati almeno tre i raid aerei della coalizione anti-Daesh a guida Usa. Lo riferiscono gli attivisti del gruppo "Raqqa è massacrata in silenzio" (Rbss) che hanno contatti nella città in mano ai jihadisti.

Le due tappe della riconquista di Raqqa

Denominata "Collera dell'Eufrate", l'offensiva è stata lanciata domenica dalle Forze democratiche siriane, un'alleanza dominata dai curdi ma che comprende anche combattenti arabi e turcomanni. Nel piano strategico annunciato, la riconquista si svolgerà in due tappe che prevedono prima la liberazione della provincia di Raqqa, in modo da isolare la città, e poi l'assalto alla roccaforte. "Raqqa riveste una grande importanza per tutti" spiega una volontaria curda. "Per questo le forze della coalizione internazionale ci stanno sostenendo. Ci appoggiano con i raid aerei e coordinano l'avanzata grazie ai velivoli da ricognizione e a salve di artiglieria sulle posizioni tenute dai miliziani del Daesh". Anche una cinquantina di "consiglieri" delle forze speciali statunitensi partecipano all'attacco sul terreno suggerendo le iniziative più opportune ai circa 30mila combattenti impegnati.

ANSA

Tensione con la Turchia per il ruolo dei curdi

Il ruolo dei curdi nella riconquista di Raqqa rischia di far salire ulteriormente la tensione con Turchia, che considera i peshmerga alla stregua di terroristi in quanto vicini al Pkk , il movimento per l'autonomia del Kurdistan turco messo al bando da Ankara. "Raqqa, che è una città interamente araba, non deve essere conquistata e amministrata da elementi che non sono arabi" ha dichiarato il vicepremier turco, Numan Kurtulmus. Da Amman, in Giordania, l'inviato americano presso la coalizione anti-Daesh, Brett McGurk, ha dichiarato che Washington è in stretto contatto con Ankara per coordinare l'offensiva. Le Forze democratiche siriane hanno invece assicurato che i turchi non svolgeranno alcun ruolo.

Damasco: solo propaganda Usa per nascondere i fallimenti

I media del regime di Damasco minimizzano l'offensiva per la liberazione di Raqqa, liquidandola a "un'operazione mediatica" dell'amministrazione statunitense. Secondo il quotidiano governativo al Watan, che cita una fonte francese non meglio identificata, l'"improvviso annuncio" di ieri avrebbe lo scopo di "coprire l'incapacità degli Stati Uniti di fare rapidi progressi qualitativo a Mosul", dopo la vasta offensiva lanciata lo scorso 17 ottobre.

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