Xi, Putin e quel dialogo sulla vita fino a 150 anni: ecco la vera ingordigia
La conversazione a microfoni aperti sfuggita ai due leader sul potere delle biotecnologie e il sogno di un'esistenza prolungata rivela un'avidità sfacciata. Anche rispetto ai loro sudditi

Forse la conversazione era iniziata in modo banale. Xi Jinping aveva accolto Putin alla scaletta dell’aereo atterrato a Pechino, in visita di Stato nell’ 80esimo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale. Come due conoscenti che non si vedano da un po’, Putin magari ha detto all’altro: «Ti trovo in ottima forma». E Xi Jinping, gentilmente: «Anche tu, sembri ringiovanito». Fra due persone normali sarebbe finita qui. Ma non a piazza Tienanmen, dove la Repubblica Popolare Cinese ha esibito una spaventevole quantità di armamenti, missili, carri armati, caccia, droni: perché il mondo sappia.
Tuttavia, mentre quei due si allontanavano dalla pista un microfono rimane inavvertitamente aperto. E la conversazione prende un’altra piega. La traduttrice di Putin spiega a Xi Jinping: «La biotecnologia si sta sviluppando continuamente, gli organi umani possono essere trapiantati incessantemente. Più a lungo si vive, più si diventa giovani, e si può persino raggiungere l'immortalità». Risponde l’altro, senza manifestare stupore: «Alcuni prevedono che in questo secolo gli esseri umani potranno vivere fino a 150 anni. In passato le persone raramente arrivavano a 70 anni, ma oggi a 70 anni sei ancora un bambino». Poi, il microfono viene spento. Ma quelle parole sono state registrate da tv e agenzie di stampa.
Gli organi umani, trapiantati incessantemente? Gli organi umani ottenuti come, da quali biotecnologie, o da quali “donatori”? «Si può persino raggiungere l’immortalità»: e il presidente russo sembra crederci davvero. E il suo pari cinese reputa plausibile già in questo secolo vivere 150 anni, tanto che a 70 «si è ancora dei bambini».
Che il potere, ai suoi massimi livelli, ubriachi? Eppure paiono così lucidi e freddi quei due, quando descrivono l’avvento di un Nuovo Ordine Globale che li vede protagonisti. Allora, che dicano sul serio? Sul serio Putin crede in una biotecnologia che raddoppi la vita tramite trapianti, o tecniche di ringiovanimento? Lo crede, o lo sa, che in qualche laboratorio si lavora concretamente con un tale proposito? I medici intervistati circa il sorprendente fuori onda di Pechino affermano che, ad oggi, i trapianti sono possibili solo con organi umani, non animali. Di quali biotecnologie sta dunque parlando Putin con l’altro Grande, che annuisce come si trattasse di cose ben note?
Ambizioni folli, forse, promesse assurde cui due potenti, che pure hanno entrambi 72 anni, amano sentirsi raccontare. Oppure l’eco di una inimmaginabile, e oscura, attività di sperimentazione. Mettiamo però che lo scambio fra quei due sia solo l’estremo illusorio vertice di una ricerca senza limiti etici. Ma, per quali uomini? Non certo per tutti. Una super medicina dell’eterna giovinezza sarebbe solo per i miliardari, i dittatori, i super potenti. Per gli altri, le cure della pubblica sanità, ad essere fortunati; per altri ancora niente, o la fame. L’aspettativa di vita tranciata in culla dalla mortalità infantile.
Si intravede in quel breve dialogo riservato un mondo in cui l’ultima, straordinaria ricchezza sia una giovinezza che non sfiorisce, una vita senza limiti. Naturalmente, per pochissimi. Un’ingordigia estrema, sussurrata fra due Grandi a Piazza Tienanmen. Non solo la annichilente potenza dell’esercito cinese, cui certo quello russo non è da meno, mostrata con orgoglio. Non solo il destino del mondo nelle mani: non basta ancora. Putin e Xi Jinping sono tuttavia uomini che invecchiano. Si usurano le coronarie, fatica il cuore, vacilla la memoria: il tempo si fa breve. Ma forse, no. Forse no, se la scienza più spregiudicata promette trapianti o innesti di cellule totipotenti che facciano miracolosamente rinascere. L’ultima ingordigia è vivere per sempre, mentre gli altri muoiono di guerra, o di fame.
Giovani per sempre, “Forever young”, è una indimenticabile canzone di Dylan. Ma Dylan non lo diceva, nemmeno lo immaginava in questo senso. In questo sentore sinistro, nella avidità rapace con cui due Zar discorrono sorridendo. Mentre da lontane Siberie e provincie dimenticate uno dei due manda i ragazzi a morire a vent’anni in trincea - senza nemmeno sapere perché, né il nome della terra in cui verranno seppelliti.
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