Tra il dire e il fare c'è di mezzo il Tevere (balneabile)

Qualche provocazione sulla promessa del sindaco Roberto Gualtieri: far sì che nel fiume di Roma si possa nuotare entro 5 anni. Alla faccia dei batteri e dei fondi necessari per le bonifiche
September 11, 2025
Tra il dire e il fare c'è di mezzo il Tevere (balneabile)
Ansa | ll tradizionale e ormai storico tuffo nel Tevere di Mister Ok che si ripete il primo gennaio di ogni anno dal 1946
A Roma come a Parigi, a Roma più che a Parigi. In trasferta all’Expo di Osaka, il sindaco della capitale, Roberto Gualtieri, ha annunciato che entro cinque anni il Tevere sarà balneabile. Di fronte a una bella notizia sarebbe ingeneroso passare subito agli sghignazzi, alle manifestazioni di aperto scetticismo, alla denuncia della “politica degli annunci”, anche perché la controparte partitica sta scommettendo sull’altro, storico annuncio del Ponte (di Messina sottinteso). E questa romana è una bella notizia sul serio, anche se per l’annuncio è stato scelto il Giappone, ben lontano dalla città sempiterna, e dalle inevitabili richieste di chiarimenti.
In realtà, non solo il Tevere aperto ai bagnanti è un auspicio e un progetto, ma quasi... una necessità. E Parigi non c’entra, anche perché Roma a suo tempo ha rinunciato ai Giochi Olimpici, e con essi alle gare di fondo di nuoto. Roma sta investendo nel grande Parco dell’Acqua Acetosa, dieci ettari immersi nel verde con arena concerti, percorso fitness e area giochi. Sarebbe ben triste rinunciare proprio al Fiume. Così pure per i parchi di Ponte Milvio e del Foro Italico. Sarà bene tuttavia aspettare a infilarci slippini e paperelle per tuffarci dove l’acqua è più blu. Il problema è che l’acqua azzurra acqua chiara ha almeno un grosso nemico da estirpare, con un nome dal suono sinistro, escherichia coli, non facilissimo da mandare da memoria ma dagli effetti sgradevoli. Un nemico perfino più insidioso dei primi bagnanti, sia pure involontari, della millenaria storia romana: i soldati etruschi che, baldanzosi, vedendo il Ponte Sublicio difeso da un unico romano, Orazio Coclite, vi si avventurarono convinti di passare dall’altra parte con le terga asciutte. Orazio nostro invece ne mandò tanti – dozzine? centinaia? Con gli eroi è giusto essere generosi e con le leggende pure – a tuffarsi nelle acque accoglienti del Fiume. Modesta proposta: denominare le iniziative di bonifica “Operazione Orazio Coclite”. Giusto per darsi un tono.
Il problema è che gli etruschi se ne stavano acquattati sul Gianicolo, mentre il temibile batterio si è alleato con gli scarichi industriali e muove all’assalto dall’Aniene, e dalle sue acque di dubbia limpidezza, per via di tanti insediamenti, che si riversano nel Fiume. Ma niente paura: a ottobre l’apposita commissione prevista studierà il problema e debellerà i nuovi etruschi, in modo che i bagnanti possano affollare le sponde entro cinque anni, quando il sindaco sarà... Già, sarà ancora sindaco? Nel frattempo si voterà, e qualcuno ha subito pensato: ecco uno degli abusati annunci della politica non solo romana o italiana ma di tutto il mondo. In questo senso va dato atto a Gualtieri di non aver proclamato “sanificherò le acque in 24 ore”. Le americanate lasciamole agli yankee.
Intanto fioccano, anzi si tuffano i commenti. La Sma, Società di medicina ambientale, fa il suo dovere, ricordando l’insidia degli etruschicolici, e anche della leptospirosi. L’ex pentatleta Daniele Masala, presidente del Circolo Canottieri Tevere, sospira di nostalgia, ricordando come mezzo secolo fa il Fiume fosse balneabile e lo stesso mitico Carlo Pedersoli, alias Bud Spencer, vi si allenasse, altro che piscina. Progetto ambizioso anche se, aggiunge sottovoce Masala, difficile assai. Da non tacere il commento di Sabrina Alfonsi, assessora capitolina all’ambiente: il Fiume da problema diventa opportunità, un’ulteriore fonte di ricchezza. Il lettore valuti le sfumature di questa sfida.

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