Le lettere di Dazn
mettono in fuorigioco
la pirateria del calcio

La piattaforma in streaming che ha l'esclusiva del campionato di Serie A chiede un forfait di 500 euro a chi ha fatto ricorso al "pezzotto" per guardare le partite
October 10, 2025
Le lettere di Dazn
mettono in fuorigioco
la pirateria del calcio
La lettera di Dazn agli utenti pirata
«Che fa, concilia?». Per la prima volta Dazn scende in campo direttamente contattando gli utenti pirata. E lo fa con una raccomandata che non lascia spazio a interpretazioni: pagate 500 euro entro 7 giorni o ci tuteleremo per via giudiziaria. La formula è secca, quasi burocratica. L’effetto è netto: dopo anni di tolleranza apparente, la piattaforma che detiene i diritti della Serie A passa all’azione. A migliaia di utenti che hanno usufruito di servizi Iptv illegali è arrivato un invito a “comporre” l’accaduto con il versamento di 500 euro a titolo di “indennizzo forfettario”, accompagnato dal formale impegno a non farlo più. In caso contrario, Dazn si riserva di procedere in sede civile. Da inizio anno, sono quasi 2.500 gli utenti pirata sanzionati e oltre 3.000 quelli in fase di identificazione. Basta alibi, basta anonimato digitale.
La stretta della piattaforma è il riflesso finale di un’inchiesta giudiziaria che ha smantellato un’infrastruttura Iptv capace di trasmettere le dirette del campionato. Un mercato parallelo da milioni di euro. Le indagini hanno consentito di risalire anche ai singoli utenti grazie all’incrocio di dati anagrafici, bancari e di localizzazione. E la Procura ha autorizzato la trasmissione delle informazioni ai titolari dei diritti, come appunto Dazn. Si tratta, per molti versi, di una svolta: per la prima volta un broadcaster sceglie di far leva sulla responsabilità personale. E chi agiva in base al solito “tanto non succede nulla”, oggi si trova davanti a una richiesta di risarcimento. L’indennizzo, seppur definito “forfettario”, è un segnale per tutti: la pirateria non è più considerata una furbizia marginale, ma una violazione con conseguenze concrete.
Sul piano sociale, l’abitudine al “pezzotto” — assurto quasi a gesto di sopravvivenza domestica — è stata alimentata anche dal senso diffuso di insofferenza verso i costi crescenti degli abbonamenti. La passione, per molti, è diventata un lusso. E dove il mercato si complica, la scorciatoia trova terreno fertile. Nel 2024 oltre cinque milioni di italiani hanno fruito di contenuti sportivi illegali, con danni da centinaia di milioni di euro l’anno per le piattaforme e per l’intero indotto sportivo. Eppure, nonostante le sanzioni, la percezione pubblica resta ambigua. La lettera di Dazn, in questo senso, ha anche un valore simbolico: chiama per nome i colpevoli, li raggiunge nel privato, li obbliga a una scelta.
Nel frattempo, il mercato televisivo del calcio continua a oscillare tra concentrazione e frammentazione all’interno di un modello che logora la fidelizzazione, spingendo alla rinuncia o, peggio, all’illegalità. Dazn detiene i diritti principali della Serie A fino al 2029, ma la piattaforma resta in perdita. Tra gli utenti c’è chi può permettersi il modello premium e chi, esasperato da abbonamenti multipli, cerca scorciatoie. Per i broadcaster resta la sfida di rendere accessibili i contenuti senza cedere sulla sostenibilità economica, e investire su modelli di fruizione più flessibili e inclusivi. Occorre anche ricostruire, insomma, un patto di fiducia con il pubblico. E restituire al tifoso la sensazione che pagare per un servizio sia anche un atto di “appartenenza”, non un’imposizione.

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