La Bbc, il "bias" e il dovere dell'onestà

Cosa ci dicono le dimissioni dei vertici dell'emittente britannica accusata di aver manipolato e distorto contenuti che riguardano Trump e Gaza
November 11, 2025
La Bbc, il "bias" e il dovere dell'onestà
L'ingresso della Bbc a Londra
Bias. Il temine (che deriva dal francese provenzale) in inglese significa “inclinazione”, in psicologia indica la distorsione sistematica del ragionamento influenzato dalla nostra percezione, nella pratica identifica un pregiudizio. Devono averne avuti parecchi, di bias, alla Bbc, se dopo più di 100 anni di storia, i suoi vertici – il Direttore Generale Tim Davie e l’Amministratore Delegato Deborah Turness – hanno finito per dimettersi perché accusati di manipolazione e distorsione di contenuti che riguardano Donald Trump, copertura squilibrata sulla guerra di Gaza, influenza ideologica interna di gruppi redazionali che avrebbero condizionano la selezione delle notizie. L’”autorevolezza della Bbc” è materia di studio nei più frequentati corsi di giornalismo. L’emittente ha un codice etico (Bbc Editorial Guidelines) che rappresenta la base deontologica e professionale di tutti i contenuti editoriali. Merita rispetto l’accuratezza della sterminata produzione giornalistica del broadcaster nazionale inglese. Ma qualcosa, evidentemente, non ha funzionato. Ed è circostanza che ci interpella.
Non si può chiedere a un giornalista di “separarsi dalla sua testa” quando scrive; e non si può pretendere che un giornalista possegga (e pubblichi) la “verità”, che resta orizzonte a cui tendere inciampando nei dubbi, visto che ogni atto giornalistico implica una selezione, un punto di vista e un linguaggio in cui chi scrive entra con il suo vissuto. Ma si può chiedere, anzi si deve chiedere a un giornalista di essere onesto. Sempre. Nel modo più rigoroso e pulito. Ora: Bbc è accusata di aver mandato in onda nel programma di punta, Panorama, un filmato in cui un discorso di Trump del 2021 sarebbe stato montato in modo fuorviante, così da restituire l’idea che il presidente americano avesse incitato esplicitamente l’assalto a Capitol Hill. Ebbene: manipolare consapevolmente un video per fare dire a Trump (uno che con l”improprietà" di linguaggio se la cava benissimo da solo) ciò che non ha detto non è onesto. Omettere fatti o presentare solo una parte degli accadimenti di Gaza neanche.
«Ci sono stati degli errori», si è scusato Davie; «La Bbc non è perfetta». Con lucidità, il direttore si è assunto tutta la responsabilità dell’accaduto, e ha respinto le accuse che definiscono l’emittente «istituzionalmente faziosa». Ben fatto. Chi non sbaglia? Onore a chi lo sa ammettere. Però una domanda è lecita. Se – come risulta nelle 19 pagine del memo redatto dal consulente della Bbc, Michael Prescott, che ha aperto il caso – chi ha dichiarato pubblicamente che «gli ebrei dovrebbero essere bruciati come fece Hitler» è apparso come ospite su Bbc Arabic 244 volte in 18 mesi; se dal 7 ottobre Bbc Arabic ha trattato le notizie in maniera significativamente diversa rispetto al servizio in lingua inglese, manipolando l’informazione in senso anti-israeliano; se il network ha messo in onda un documentario sui bambini a Gaza (How to Survive a War Zone) ingaggiando come voce narrante, senza rivelarlo, il figlio di un alto funzionario di Hamas; se negli ultimi anni l’emittente ha faticato a contenere gli scandali riguardanti giornalisti o contributori esterni che avevano fatto dichiarazioni antisemite o supportato post celebrativi del 7 ottobre (un’inchiesta sulla copertura della Bbc a Gaza, The Asserson Report, contestata dal gruppo radiotelevisivo ma molto discussa su quotidiani britannici, americani e israeliani, sostiene che il network abbia violato le proprie linee guida editoriali 1.553 volte dal 7 ottobre 2023 al 7 febbraio 2024); considerato tutto questo, il video manipolato di Trump – sempre secondo l’accusa del documento interno – è solo la punta dell’iceberg di un problema più grande.
Deborah Turness, consegnando le sue dimissioni, ha sostenuto che «Bbc News è la fonte di notizie più affidabile del mondo» e che i suoi cronisti sono «persone che si sforzano di essere imparziali». Continueremo a pensarlo. E ad accogliere gli errori – degli altri come i nostri – per quello che sono. Ma forse nel tempo che ci è dato, in cui il degrado del discorso collettivo, estremizzato e banalizzato dai social, ha finito per contagiare ogni ragionamento giornalistico, avvelenando percezioni e posizioni e articoli e saggi e trasmissioni Tv, basterebbe cominciare dall’onestà (del singolo e delle istituzioni). Che è poi faccenda di pochi minuti, l’onestà. Prima lezione alla scuola di giornalismo: riconosci i tuoi filtri (per capire da dove vengono le tue convinzioni e chi avvantaggiano); cerca deliberatamente fonti che ti contraddicano; scrivi dopo aver verificato. Mettiamola così: ottimo che la Bbc ce lo abbia ricordato.
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