Io sto dalla parte di don Maurizio Patriciello

Siamo chiamati ad esprimere solidarietà al parroco di Caivano per non farci complici della violenza e del sopruso, ed essere tutti pietra d’inciampo della camorra e di ogni forma di criminalità
October 1, 2025
Io sto dalla parte di don Maurizio Patriciello
ANSA | Il parroco del Parco verde di Caivano, Maurizio Patriciello, mentre si reca in prefettura a Napoli per un Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica
Mi preme sottolineare l’ultimo inquietante episodio che ancora una volta ha visto coinvolto don Maurizio Patriciello parroco nel quartiere “Parco Verde” di Caivano. Don Maurizio, proprio mentre compiva il gesto sacro di comunicare il Corpo di Cristo riceve l’intimidazione violenta di un proiettile nascosto in un foglio di giornale. La criminalità organizzata, con l’arroganza dei suoi messaggi intimidatori e con la violenza dei metodi omertosi, segna ancora il territorio e sfida a muso duro la Chiesa e lo Stato. Si appropria della piazza dove spadroneggia con i suoi affari, spacciando droga e seminando morte in nome del Dio denaro. In quel quartiere don Patriciello è pietra d’inciampo, il granello che blocca l’ingranaggio. È avamposto della Chiesa, è la Tenda di Dio piantata nella terra bruciata dagli uomini. Ogni uomo di Dio è accampamento dello Spirito. Il sacerdote è la memoria della sacralità dell’uomo, di quella vocazione altissima ad essere umano fino in fondo. Ogni sacerdote è un fascio di luce tra la gente, a Caivano più che mai.
Don Patriciello non è un eroe solitario, non cerca il tornaconto della propria gratificazione personale, ma spera nella conversione dei violenti, nel ritorno dei lontani. Piuttosto è un uomo che ha scelto il martirio, cioè il sacrificio di sé per acquistare vite umane, per redimere gli uomini. Chiama “fratello” il suo nemico e lo implora che si ravveda e ritorni a vivere, perché chi abita il male non vive. Parla cuore a cuore con chi lo minaccia perché chi ama Dio non ha nulla da temere. Don Patriciello non è il migliore, ma è un prete. Dalle pagine di questo giornale non ha omesso di raccontare anche alcuni periodi bui e difficili della sua vita, ricordo l’accorata lettera a Vittorio Sgarbi di qualche mese fa. Quasi a sottolineare che Dio si serve di tutti, anche di persone fragili, dei perdenti e non dei migliori per realizzare “cieli nuovi e terre nuove”. Don Maurizio è prete dalla punta dei piedi fino alla cima dei capelli e fa il prete. Un parroco in tutto e per tutto. Etimologicamente “parroco” significa stare tra le case delle persone, abitare in mezzo alla propria gente, come uno di loro, non al di sopra delle parti, ma compromesso nelle storie e nelle miserie dei propri vicini di casa. È per questo che don Maurizio rimane a Caivano, non scappa. Di fronte alle minacce e alle intimidazioni non si lascia sopraffare, si mette in ginocchio e contempla la Croce. In fondo l’amore cristiano è l’arte del “rimanere”. Forse avrà pure paura, ma la paura si vince per un Amore più grande.
Don Maurizio non è solo. A Parco Verde c’è tutta la Chiesa perché laddove c’è anche un solo uomo di Dio, lì c’è la Chiesa intera. Don Maurizio rende presente l’amore di Dio in quella terra dimenticata dagli uomini, perché “se anche una madre si dimenticasse del proprio figlio, Dio non si dimenticherà di te”, recita la Sacra Scrittura. Una testimonianza credibile che nel deserto una strada si aprirà. L’esempio di don Maurizio Patriciello è per tutti un invito a venire allo scoperto e metterci la faccia, senza dare per scontato la nostra adesione alla sua missione. Siamo chiamati ad affermare la nostra solidarietà al parroco di Caivano per non farci complici della violenza e del sopruso ed essere tutti pietra d’inciampo della camorra e di ogni forma di criminalità. Io ci metto la faccia. Io sto con don Maurizio.

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