Giustizia riparativa, un podcast racconta le storie di chi ricuce

Il Festival della Missione di Torino e Avvenire lanciano “Incontri. Strade di giustizia riparativa", che può essere ascoltato da oggi su www.avvenire.it e sulle principali piattaforme di streamin
September 29, 2025
Giustizia riparativa, un podcast racconta le storie di chi ricuce
. | La nuova serie podcast di Avvenire
Quando la violenza spezza una vita, nessuna sentenza basta a colmare il vuoto. La giustizia riparativa nasce da qui: nel coraggio di attraversare il dolore e cercare parole che aprono invece di chiudere. È la via che prova a restituire responsabilità a chi ha ferito e voce a chi porta le ferite. Ed è il filo che tiene insieme Incontri. Strade di giustizia riparativa, il podcast in sei puntate realizzato dal Festival della Missione con Avvenire.
La serie sarà presentata oggi pomeriggio nello spazio Urban Lab di Torino alle 17,30, con la vicesindaca Michela Favaro, la giudice Melania Cafiero, Antonella Baffoni, protagonista di una delle puntate, e Alessandro Galassi, co-direttore artistico del Festival della Missione.
Si parte dal Bataclan. Un padre che ha perso la figlia e il padre di uno degli attentatori si siedono allo stesso tavolo. Si raccontano e cercano un terreno comune che tenga insieme verità e responsabilità. È l’opposto degli slogan: distinguere per non consegnare l’orrore all’odio.
Nell’Italia dei piccoli borghi, l’arrivo di un gruppo di detenuti, accolti nel percorso di recupero della Comunità Papa Giovanni XXIII, porta a cartelli di protesta e ricorsi. Poi, poco a poco, la quotidianità scardina i pregiudizi: i saluti dalle finestre sostituiscono la diffidenza, le chiacchiere per strada e i pranzi condivisi prendono il posto dei sospetti.
Le voci successive scoprono ferite intime. Gustavo e Manuela raccontano la violenza entrata nel loro matrimonio: la denuncia, la separazione, il carcere. Poi il percorso di mediazione in comunità, dove ad accogliere sono le parole di don Oreste Benzi: « L’uomo non è il suo errore». Un messaggio che diventa possibilità di una responsabilità nuova.
C’è anche Amel, arrivata dalla Tunisia con addosso anni di botte. Grazie a chi le sta accanto — volontari e operatori — trova lo spazio per scoprirsi altro e trasformare la rabbia in capacità di amare.
Antonio Tango, quasi trent’anni in carcere, misura la riparazione nel tentativo ostinato di essere padre, un colloquio dopo l’altro.
L’ultima voce è quella di Diane Foley, madre di James, il giornalista americano rapito e decapitato dall’Isis. Nel 2021 ha accettato di sedersi davanti ad Alexanda Kotey, uno dei miliziani coinvolti nella prigionia e nell’uccisione di suo figlio. «Jim lo avrebbe voluto», spiega: è convinta che suo figlio, curioso delle storie degli altri, avrebbe cercato anche la sua. Kotey le parla delle figlie, le mostra le loro foto, le scrive lettere di scuse. Diane lo ascolta, nella convinzione che «quando ci odiamo l’un l’altro, perdiamo tutti ». Prima di salutarlo per l’ultima volta, gli ha teso la mano in segno di perdono.
Incontri, alla fine, ricorda che riparare è un verbo plurale: riguarda chi ha ferito, le vittime, le famiglie, le comunità, le istituzioni. Non promette lieti fini, ma apre possibilità. E in un tempo lacerato da contrapposizioni obbligate, è già molto.
“Incontri. Strade di giustizia riparativa" può essere ascoltato da oggi qui e sulle principali piattaforme di streaming

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