Eccoci al giorno di silenziosa riflessione. Forse

December 2, 2016
Eccoci al giorno di silenziosa riflessione. Forse
Più che il sabato del silenzio pre– elettorale, sarà il sabato del villaggio. Globale. Ventiquattr’ore ci separano dal voto referendario e mai come adesso all’opinione pubblica servirebbe una pausa di riflessione, una salutare presa di distanza dalla battaglia senza esclusione di colpi delle ultime settimane tra i sostenitori del Sì e quelli del No. Soltanto ieri, per ricordare i toni usati in chiusura di campagna elettorale, sono stati evocati brogli, compravendite di voti, risparmi da capogiro, balzi del Pil e chi più ne ha più ne metta, per giustificare le tesi dell’una e dell’altra parte.
Giunge dunque propizia la giornata odierna e d’altra parte, è la stessa legge n. 212, del 4 aprile 1956, a ricordare cosa è necessario (non) fare. All’articolo 9, infatti, si precisa che «nel giorno precedente e in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri e manifesti di propaganda e inoltre nei giorni destinati alla votazione è vietata ogni forma di propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali ». Il punto è che la “propaganda” o, per usare un’espressione più nobile, la comunicazione politica, oggi corre per altre vie e nutre fino all’ultimo secondo, addirittura fino all’ingresso nella cabina elettorale, la fame infinita dell’elettore.
Così, nonostante il silenzio, oggi continueranno i messaggi di mobilitazione dei popoli dei militanti sulla Rete, attivi sui social network e c’è da giurare che si ingrosserà ancor di più il fiume di bufale, bugie e mezze verità che scorre da qualche tempo sotto i nostri occhi. Tutto ciò è il frutto di processi informativi incontrollati, finalizzati a convincere last minute, con ogni mezzo, il cittadino esitante. Dobbiamo dunque arrenderci a questo frastuono elettorale e all’indistinto accavallarsi di voci di varia provenienza? No, pensiamo che sia possibile e doveroso confidare ancora una volta, se non nella lettera, almeno nello spirito della norma che chiede per oggi il “silenzio”.
Siamo chiamati a una scelta importante, da fare in coscienza, e speriamo che sia la stessa classe politica, oggi, a dare il buon esempio, astenendosi da commenti e strumentalizzazioni della vigilia. Più forte del “rumore di fondo”, alla fine sarà la responsabilità della gran parte del popolo italiano.

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