Una buona occasione

di Sofia
La newsletter per tutta la famiglia, numero #2
October 29, 2025
Una buona occasione

Numero #2| 26.10.2025

Sofia è nata da appena 15 giorni e già in tanti le avete scritto per presentarvi, condividere le vostre impressioni e raccontarle le vostre storie. Nel corso del tempo troveremo il modo di farle conoscere a tutti gli altri.
L’obiettivo di questa newsletter – che è scritta in modo semplice per essere uno strumento pratico di riflessione e di confronto con chiunque viva in casa con te, anche i più piccoli – è fare famiglia: condividila con quante più persone, inoltrandola o cliccando qui. Se ti sei perso il primo numero, lo trovi qui. Se devi ancora iscriverti, invece, basta prima registrarti su questa pagina e poi entrare nel sito di Avvenire cercando la sezione Newsletter, infine cliccare su “Sofia”. Sembra complicato, ma bastano davvero due minuti.
Adesso ricominciamo.
Lo scaffale di un supermercato, in questi giorni
Lo scaffale di un supermercato, in questi giorni

Una buona occasione

Dejavu. I supermercati sono intasati di ragnatele e fantasmi, i campi di zucche spopolano alle periferie delle città, i locali, le ludoteche e persino i musei e gli acquari pubblicizzano grandi e paurosissimi eventi in maschera. In una parola, siamo a pochi giorni da Halloween. Che alla porta di ogni famiglia, non importa quanto allergica al consumismo superficialotto di matrice Usa, finisce per bussare con le richieste spesso pressanti di figli e nipoti: “Posso travestirmi?”, “Posso fare dolcetto o scherzetto coi compagni di classe nel quartiere?”, “Posso andare al party horror?”. Vecchia storia, si dirà. E poco male rispetto alle grandi battaglie da combattere oggi coi più giovani sul fronte dell’uso degli smartphone, dei social network, delle relazioni affettive, della sessualità (di cui tra l'altro s’è tornato a parlare in questi giorni). Ma la questione “di metodo” da sciogliere, se ci pensi, resta sempre la stessa: l’educazione può vivere solo di “no”, di grandi e indiscutibili certezze, oppure a volte può accettare anche grandi e necessarie mediazioni, senza per questo smettere di educare?

Torniamo un attimo ad Halloween. La critica cattolica, che sulla ricorrenza ha attraversato stagioni di aperta condanna, nel corso degli anni ha accolto anche riflessioni più pacate. Noi per fare il punto abbiamo chiesto a un genitore, a un educatore e a un sacerdote che la pensano diversamente in proposito di dirci la loro, raccomandando di risponderci nello spazio di un tweet o poco più.
“L’intransigenza, specie se si ha di fronte un adolescente, rischia di creare una scollatura tra la famiglia e il mondo esterno. Fare qualche concessione non significa rinunciare ai valori in cui crediamo. Io penso non ci sia alcuna contraddizione nel travestirsi il 31 ottobre, nel festeggiare i santi il giorno dopo e nel ricordare i nostri cari che non ci sono più il giorno ancora successivo”
Maura, mamma degli adolescenti Marco e Livia, psicologa
“Al doposcuola dell’oratorio dove insegno, Halloween lo ignoro. Se i bambini o i ragazzi mi chiedono di fare una festa, rispondo che noi preferiamo festeggiare la luce e ricordare i santi e i defunti che ci sono cari, tutto il contrario dei fantasmi e dei morti zombie. E come lavoro manuale suggerisco una lanterna, non certo di ritagliare una zucca”
Valeria, educatrice
“Nella difficoltà di comunicare in una società sempre più polarizzata, anche Halloween rischia di essere divisivo. Credo occorra investire sulla formazione. Molti tra i giovani ne sono affascinati, è vero: sono gli stessi che restano attratti anche dall’amore però, dall’amicizia e… dalla luce”.
don Luca, sacerdote
Qualunque sia la tua, di posizione, sappi che ci sono anche molti modi di trascorrere coi tuoi la Notte dei santi, non tutti superficiali. Sappi soprattutto che questo momento dell’anno, come altri vissuti con leggerezza dai nostri ragazzi e dai nostri bambini, può rappresentare un’occasione – un'occasione buona – per confrontarsi con loro su argomenti più densi del solito, spingendoli a interrogarsi su ciò che avviene nel mondo e attorno a loro. Qui di seguito qualche spunto.
Sui morti, in particolare sulla restituzione dei corpi degli ostaggi israeliani morti, si sta incagliando la già fragile pace a Gaza. E la guerra, lì come altrove, di morti e di morte si nutre, del dolore e del lutto delle famiglie da una parte e dall'altra. Sono riflessioni importanti, in settimane segnate dalle manifestazioni per la Palestina e per la pace, che in tante delle nostre case sono entrate attraverso i nostri figli senza trovare sempre il tempo d'essere approfondite. E poi ci sono ovviamente i tuoi morti, la morte che ha travolto la tua famiglia o quella di un amico: come è andata? Cosa è successo poi? Se n'è parlato abbastanza? C’è la questione della memoria dei morti, dell’importanza di conservarla, della giustizia che qualcuno cerca ancora. Ancora, c’è il tema di cosa viene dopo la morte, della nostra speranza, di ciò in cui crediamo, dei santi (e, perché no?, dei nuovi fra i santi). C'è la possibilità di confrontarsi sulla paura, che è paura di morire certo, ma a volte anche paura di vivere, di scegliere. Ci sono storie di mistero e di scoperta, di buio e di luce, lì dove non te le aspettavi.
Un compito che possiamo lasciarci, tra noi, è usare Halloween per discutere in famiglia di almeno una di queste cose (o di quella che è venuta in mente a te). Se ti va, poi, scrivi a Sofia come è andata.

🧰 La cassetta degli attrezzi

A metà tra la bussola e l'archivio
Halloween o Vigilia di Ognissanti? Dietro mostri & Co. si nasconde una domanda di senso che non va ignorata. Ricapitoliamo.

Origini: la parola Halloween viene da All Hallows’ Eve, la Vigilia di Ognissanti. Prima che diventasse una festa commerciale, era parte del calendario cristiano.
Oggi: in Italia un bambino su due partecipa a feste o travestimenti, spesso senza sapere che cosa si ricorda davvero.
Rischi: culto del macabro, banalizzazione della morte, confusione tra gioco e occulto, fascino per il satanismo.
Opportunità: interrogarsi sul mistero della vita e della morte, della luce che vince il buio, della speranza cristiana.
Alternative: veglie dei santi, feste della luce, preghiere in famiglia, visite ai cimiteri come segno di amore e memoria.
Come tenere insieme tutto senza chiudersi né confondersi? E soprattutto, come parlare di morte in famiglia?

Questo è il momento per fermarti e immergerti nella nostra raccolta di risposte di senso fatta apposta per te. Ti ricordiamo come funziona: puoi leggere solo quella che ti interessa o tutte quante d'un fiato, puoi condividerle, puoi meditarci e dirci che ne pensi. Oppure puoi andare avanti con la newsletter e metterle da parte per tornarci quando avrai più tempo.

🖋️ Scritto in piccolo

Lo spazio a misura di bambino
«Sei tutta tua madre» o, in alternativa, «sei tutto tuo padre»: se avessi ricevuto un centesimo ogni volta che ti è stata rivolta questa frase, avresti senz'altro da parte un bel gruzzoletto. Capita che, noi stessi, si sia la memoria incarnata di chi ci ha preceduto. E – te lo spoileriamo – il numero di Popotus che uscirà questo giovedì, appena prima della festività dei defunti, di questo si occuperà: com’è che ho gli stessi occhi della nonna e il buchino sul mento che vedo quando guardo la foto del nonno che non c’è più? Come si trasmettono le somiglianze e cosa sono i caratteri ereditari?

Dato che però non tutti i morti si ricordano e devono essere ricordati solo in famiglia, questa settimana intanto ai nostri piccoli lettori abbiamo raccontato delle 770 persone, in gran parte donne, bambini e anziani, uccisi dai nazisti nel 1944 a Marzabotto, Grizzana Morandi, Monzuno. La Corte d’Appello di Bologna ha condannato la Germania a versare 50 milioni di risarcimento ai familiari di quelle vittime. A sborsare il denaro, tuttavia, dovrebbe essere l’Italia. Il perché puoi leggerlo qui.

📱 Chi ti influencer?

Famiglie sui social e in Rete, tra show e realtà

Si chiama Lasae ed è una newsletter (ma anche un sito, un podcast, un profilo Instagram) nata da un’esperienza personale di dolore: quella di Natalia Pazzaglia, che ha perso entrambi i genitori e ha deciso di creare uno spazio “social” per chi vive un lutto. Oggi è diventata una comunità online e in carne e ossa, con i suoi “Death Café”, dove si impara a dare parole alla perdita e a trasformarla in cura. Perché, come spiega la sua ideatrice, «imparare la morte significa reimparare la vita». L'abbiamo incontrata e ci ha raccontato tutto o quasi del suo progetto.
Il bel sorriso di Natalia Pazzaglia, che s'è inventata “Lasae”
Il bel sorriso di Natalia Pazzaglia, che s'è inventata “Lasae”

⌛ Tempo al tempo

Cose da leggere, vedere, ascoltare e fare in famiglia
• A proposito di morte: rischia di morire per davvero, il nostro Belpaese, se non si inverte la rotta della denatalità. Questa settimana sono usciti i numeri sconfortanti dell'Istat: nei primi 7 mesi del 2025 sono nati 13mila bambini in meno rispetto all'anno scorso ed è solo l'ultimo di una serie di record negativi che pare infinita. Gian Carlo Blangiardo, che dell'Istat è stato presidente, ha una proposta.
• Anche un Paese che si chiude all'accoglienza dei bambini che una famiglia non ce l'hanno, muore. Il Forum della associazioni familiari ha organizzato un grande evento a Milano nella prima settimana di novembre per ricordare a tutti l'importanza di adozione e affido: scopri come partecipare.
• Veri, purtoppo, sono i mostri e le torture che segnano la vita delle persone, in particolare di quelle costrette a fuggire dai propri Paesi: se puoi, organizza una visita al Festival “Fotografica” di Bergamo e immergiti nel progetto multimediale “Restano i fiori”. C'è luce, in tanto buio.
• Dedicare un fiore a un figlio morto, con un breve suo ricordo, per comporre un mazzo che con la sua bellezza possa donare consolazione ad altri genitori che vivono lo stesso lutto è anche la singolare missione che impegna mamma Margherita da quando ha perso il suo Paolo in un incidente in bicicletta. Se condividi questa terribile esperienza e vuoi proporle il tuo, di fiore, scrivi a Sofia e vi metteremo in contatto. Presto ti racconteremo per bene la sua storia e come funziona il suo mazzo di fiori.
• Anche le cose spesso muoiono, e non dovrebbero. L'abitudine allo scarto degli oggetti, ciò che è peggio, sta cambiando anche il nostro modo di trattare le persone. La proposta concreta di un'inversione di rotta arriva da Samuele Cattaneo nel libro “La parabola del riuso creativo”, che è una vera e propria ispirazione sul fronte educativo.
• Si chiama ghosting, ma coi fantasmi non c'entra nulla: l'interrompere ogni forma di comunicazione digitale con qualcuno senza spiegagli il perché è un fenomeno sempre più diffuso nelle relazioni affettive e interpersonali, non solo tra i ragazzi. Se sei interessato al tema, è uscito uno studio internazionale dell'Università Milano-Bicocca che dovresti leggere. All'Università Cattolica, invece, sempre i ragazzi si sono presi la parola per chiedere ai grandi di ascoltarli: ecco come è andata.
• Non è un film solo per i bambini Coco della Disney-Pixar. Se non l'hai mai visto (è uscito nel 2017 a dire il vero...) questa è la tua buona occasione per farlo. Se invece lo conosci già, riguardalo in questi giorni. Fa proprio bene al cuore!
• Tutta a misura di bambino invece “Nino il fantasmino”, la nuova canzone del Piccolo Coro dell’Antoniano che (giustamente) prende Halloween molto alla leggera e al posto della paura insegna una lezione di coraggio, allegria e solidarietà.

Tutta la vita di Sofia, dopo la sua morte

Caterina Ceccuti, suo marito Guido De Barros e la piccola Sofia, che non c'è più 
Caterina Ceccuti, suo marito Guido De Barros e la piccola Sofia, che non c'è più 
Sofia De Barros è volata in cielo nel 2017 dopo una lunga battaglia contro una malattia rara, che è finita su tutti i giornali per motivi sbagliati. I suoi genitori non hanno smesso di combattere e hanno trasformato la sua morte in speranza. Leggi tutta la storia.

Il nostro padre ignoto, rappresentante mai

La vita quotidiana con due figli adolescenti, la sfida di crescerli senza manuali di istruzioni per l'uso. Per la seconda puntata, ci trasferiamo a scuola.

La cena delle anime nel borgo di Rebeccu

Viaggio nella Sardegna più autentica per la rassegna "Pro sas animas" tra racconti, libri e passeggiate. Dove i bambini non fanno “dolcetto & scherzetto”, ma...

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Grazie di averci aperto la porta di casa.
Sofia busserà di nuovo domenica 9 novembre.
👋 Alla prossima!
— La redazione di Avvenire con Viviana Daloiso e in questo numero: Angela Calvini, Massimo Dezzani, Matteo Liut, Nicoletta Martinelli, Giuseppe Matarazzo, Luciano Moia, Chiara Vitali

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