Un momento della catechesi con le famiglie
La catechesi «è un compito di tutta la Comunità, non del singolo/a catechista» e «il coinvolgimento delle famiglie è un aspetto importante in un cammino di iniziazione cristiana dei fanciulli». Sono due punti cruciali toccati dai vescovi italiani nel documento “Incontriamo Gesù. Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia”, testo che ha letteralmente «entusiasmato» una coppia della parrocchia salesiana Santa Maria Ausiliatrice di Ragusa, Salvatore e Roberta Parrino, confermando «molte intuizioni che avevamo già maturato nell’analisi e nelle possibili innovazioni da proporre nella pastorale catechistica della nostra parrocchia relativamente alla parte riguardante l’iniziazione cristiana dei fanciulli. Abbiamo quindi elaborato un progetto di catechesi familiare che vede lavorare insieme in équipe i catechisti, le coppie animatrici e i giovani animatori/animatrici presenti nel nostro oratorio».
I coniugi, entrambi counselor – che fanno parte dell’Ufficio diocesano di Pastorale familiare, dove per diversi anni si sono occupati di formazione degli operatori –, hanno deciso di riassumere l’esperienza dell’anno pastorale appena concluso, «che ha visto la presenza di un numero straordinariamente alto di genitori di ragazzi del catechismo, numero che è andato crescendo man mano che gli incontri procedevano», e di condividerla con i lettori del periodico diocesano “Insieme Ragusa”.
Come ogni anno, in accordo con l’équipe, «abbiamo programmato una serie di incontri rivolti alle famiglie, cercando di cogliere quegli aspetti su cui è più facile incontrare l’interesse e il coinvolgimento dei genitori. Ricordando una frase del nostro san Giovanni Bosco, “L’educazione è cosa di cuore”, abbiamo compreso che il cuore dell’educatore – in questo caso dei genitori – è il terreno che bisogna curare perché l’educazione umana e cristiana dei nostri ragazzi possa portare più frutti: è al cuore, quindi che bisogna parlare», sottolineano i coniugi Parrino, membri del Movimento salesiano di famiglie Sicilia.
Nel cammino con i genitori «ci siamo fatti accompagnare, come per gli altri precedenti, da chi il cuore delle persone è abituato ad ascoltarlo e conoscerlo per esperienza e competenza: Maria Carmela Vinci, psicologa e psicoterapeuta, conosciuta tempo fa a un convegno sulla famiglia, con la quale si è avviato già da diversi anni un percorso di collaborazione. Con lei abbiamo toccato diversi argomenti nei quattro incontri che si sono susseguiti con cadenza mensile, da gennaio: il difficile equilibrio tra spazio personale e responsabilità educativa; le attese, le pretese, le ansie dei genitori e dei figli (mio figlio è bravo, anzi… bravissimo); la scoperta dell’identità sessuale; la mescolanza e confusione del mondo dei valori negli adulti». Il risultato? «Un confronto molto ampio, schietto con i genitori presenti, calato in vari aspetti concreti della vita quotidiana delle famiglie, condotto con dinamiche e stimoli molto apprezzati dai genitori».
A confermare l’interesse, la partecipazione di un centinaio di genitori e il desiderio di un quinto incontro a maggio sul tema “Benedizione”: «In un’atmosfera di forte commozione, padri e madri, genitori e figli, raccogliendosi in un caldo e tenero abbraccio, si sono benedetti a vicenda. Il momento culminante in chiesa, dove le famiglie hanno potuto cogliere il senso di essere “benedette” da Dio, non “nonostante” la loro storia, ma soprattutto “nella loro storia” fatta anche di incomprensioni e conflitti ma “profumata” dalla presenza di Dio, simboleggiata dall’olio di nardo versato nelle acque più o meno agitate delle loro vite».
I frutti di questo percorso sono evidenti: «Con questa modalità di approccio alle famiglie abbiamo potuto costruire relazioni sane con i genitori, stabilendo rapporti di dialogo e, in qualche caso, di amicizia che rappresentano per noi un ponte che lo Spirito può utilizzare per portare i suoi frutti e portare a miglior compimento la catechesi dei ragazzi», evidenzia la coppia, sottolineando l’importanza della «collaborazione tra il gruppo dei catechisti, le coppie animatrici, i ragazzi e le ragazze dell’oratorio. Lavorare in équipe è sicuramente più difficoltoso, ma dà risultati indubbiamente migliori, permettendo a ognuno di trovare il proprio posto, valorizzando le competenze di ciascuno e creando sinergie positive all’interno della dinamica dell’Annuncio».
Inoltre «lavorare per le famiglie e con le famiglie si può e si deve, perché consente di allargare la tenda delle nostre comunità parrocchiali. Non serve soltanto trovare un bravo relatore, quanto preparare con attenzione, passione e competenza un contesto favorevole in cui il calore dell’accoglienza e una buona animazione fanno la differenza tra un’opportunità di incontro noiosa e la volontà di tornare a incontrarsi per realizzare il sogno di una Chiesa “famiglia di famiglie”».